Crisi di governo, Bellanova: “Iv passa per piantagrane ma non si può sempre tirare a campare”
La crisi di governo è a un passo e le ministre renziane Bellanova e Bonetti sono pronte alle dimissioni. Questa sera la resa dei conti finale, al Consiglio dei ministri convocato dal presidente del Consiglio Conte per approvare in fretta il Recovery plan. Italia viva aveva chiesto di poter visionare in anticipo il documento di 170 pagine che verrà discusso nelle prossime ore, inviato ieri sera a tutti i ministri. "Abbiamo consegnato al presidente Giuseppe Conte la nuova bozza del Recovery Plan. In oltre 170 pagine sono esposte le strategie, i progetti, le risorse per far ripartire l'Italia. Ora nel governo, in Parlamento e nel Paese si apre la fase di analisi, miglioramento, decisione", ha scritto ieri su Twitter il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri.
Oggi Bellanova conferma di aver ricevuto il piano, e fa sapere che il suo partito lo valuterà. Ma dice di ritenerlo ancora insufficiente: "Dalla prima impressione che ho – ha spiegato a "Radio Anch'io" – per la parte che richiama la mia responsabilità, ovvero l'agricoltura, dico che è ancora assolutamente inadeguato".
Come vi abbiamo raccontato qui la ministra dell'Agricoltura, la ministra della Famiglia e il sottosegretario renziano Ivan Scalfarotto sarebbero pronti a dimettersi subito dopo il Consiglio dei Ministri. Sarebbe questo lo scenario più probabile, come si evince anche dalla lettera che Teresa Bellanova ha inviato al Corriere della Sera: "Sono mesi ormai che Italia viva rischia di essere "vox clamantis", la voce di richiama a un più generale senso di responsabilità nella gestione di un'ingente quota di risorse irripetibile".
"Si sprecano le descrizioni di questa fase come un braccio di ferro tra Renzi e Conte. Non è così. Il confronto è tra un Paese che non può rinunciare a una crescita che lo riporti ad avere un ruolo europeo e internazionale e un Paese residuale, "grande malato d'Europa, con la speranzella che sia "too big to fail". La differenza tra progetto di crescita e assistenzialismo è tutta qui".
"Non dimentichiamo che gli anni ipnotici pre-Tangentopoli, i mitici annoi Ottanta, si sono conclusi come sappiamo un "tirare a campare", che non ha evitato che partiti di lunga tradizione tirassero le cuoia".
"Conte non può – è il monito di Bellanova – trattare il Parlamento e persino il Consiglio dei ministri come un parco buoi. Passiamo per piantagrane. Per disturbatori. Ma, solo per stare alla mia personale esperienza di governo, se non avessi piantato delle grane non so se la filiera agroalimentare avrebbe retto in pieno lockdown". Questa mattina, ospite a "Radio Anch'io" su Rai Radio1, la ministra frena però sull'ipotesi di una rottura subito: "Facciamo un passo alla volta".
"Sul Recovery abbiamo ottenuto un risultato per il Paese, ora valuteremo merito per merito le singole questioni. Per quanto riguarda la situazione complessiva è evidente che rimangono delle problematiche aperte. Conte continua a lanciare delle sfide, ma sarebbe utile che si mettesse a costruire un'alleanza, oppure sta lavorando per i responsabili ma non è un comportamento corretto verso la maggioranza. Non si può continuare così, il metodo è anche merito e se non c'è affidabilità tra le persone che devono lavorare insieme o si cambia metodo o si cambiano le persone".