Crippa a Fanpage: “Mettiamo sotto inchiesta modello lombardo basato su ospedali, non ha funzionato”
Il capogruppo M5s a Montecitorio, Davide Crippa, intervistato da Fanpage.it, torna sulla questione sollevata dall'onorevole Ricciardi alla Camera in occasione dell'informativa del premier sul Covid dello scorso 21 maggio, e cioè sulle responsabilità della Regione Lombardia nella gestione emergenziale, e sugli eventuali ritardi ed errori commessi: "Differenziamo due aspetti fondamentali, in primis c'è il rispetto per tutti i morti di Covid, che non è stato mai messo in discussione; e poi c'è il giudizio politico sull'operato della Regione Lombardia, che deve essere analizzato. E ancor di più deve essere affrontato in un contesto di confronto, per esempio con il Veneto, dove la situazione è stata gestita in un altro modo dall'amministrazione leghista. Il confronto è tra due modelli, uno è quello di una gestione affidata più alle asl sul territorio, l'altro è un modello basato sugli ospedali, da sempre al centro della politica sanitaria in Lombardia da Formigoni in poi".
Sull'ipotesi di una commissione parlamentare d'inchiesta sulla crisi sanitaria Crippa si è detto favorevole: "Le riflessioni oggi devono essere basati su dati certi, quindi ben vengano le commissioni d'inchiesta che facciano luce sull'accaduto. Serve davvero analizzare i vari modelli impiegati, per attribuire sì delle responsabilità, e per migliorare la qualità dei dirigenti sanitari, che fino ad oggi sono stati nominati, magari anche senza avere il curriculum adeguato al ruolo. Come gli stessi assessori, perché alcune gaffe tremende delle ultime ore dimostrano come nemmeno si sappia fare due più due". Il riferimento è alla spiegazione che l'assessore alla Sanità in Lombardia Gallera ha dato del valore Rt, l'indice di trasmissibilità del virus.
A una domanda su un eventuale commissariamento della Lombardia Crippa ha risposto così: "Noi qui siamo davanti a un modello sanitario che deve essere cambiato. Quindi se la Costituzione oggi prevede che le Regioni gestiscano gran parte delle politiche sanitarie bisogna d'ora in avanti capire se questi modelli così differenziati e che territorialmente hanno dato delle risposte completamente diverse debbano essere uniformate sotto un principio generale di Stato".
Sulla riapertura dei confini regionali dal 3 giugno ha detto: "Questo sarà un tema che dovranno valutare gli esperti sulla base di dati oggettivi. Noi oggi dobbiamo ragionare sul fatto che alcune Regioni hanno un numero di contagi più elevato di altre, e che quindi possono incidere negativamente su Regioni limitrofe, che hanno numeri più bassi. Non è quindi così lontano dalla realtà ipotizzare che le Regioni più a rischio possano riaprire più tardi".