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Covid 19

Cresce la pressione sulle terapie intensive, ieri 39 nuovi ingressi: dato più alto dall’1 giugno

La pressione sugli ospedali non è ancora a livelli allarmanti, ma l’aumento dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva Covid è evidente: ieri si sono registrati 39 ricoveri su base quotidiana, un dato che non veniva raggiunto dal primo di giugno. E in alcune Regioni l’occupazione dei posti letto in rianimazione si avvicina alle soglie considerate critiche.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le terapie intensive tornano a riempirsi. Al momento la pressione sui reparti di rianimazione non è ancora allarmante, ma l’inversione di marcia rispetto alle scorse settimane è evidente: attualmente sono 323 i pazienti ricoverati in terapia intensiva Covid in tutta Italia, con 39 ingressi nell’ultimo giorno. È proprio il dato del 9 agosto che desta qualche preoccupazione: l’aumento dei nuovi ingressi giornalieri è marcato, se confrontato rispetto ai giorni precedenti. I 39 nuovi ingressi del 9 agosto sono molti di più dei 24 dell’8 agosto, dei 29 del 7 agosto, dei 32 del 6 agosto. E da settimane erano ormai abbondantemente sotto quota 30.

I ricoveri in terapia intensiva: raggiunti livelli di maggio

A fine luglio gli ingressi giornalieri oscillavano dai 9 ai 21, ma restando comunque quasi sempre sotto quota 15. A inizio luglio, poco più di un mese fa, non si superavano quasi mai i 10 nuovi ingressi quotidiani. Per arrivare di nuovo intorno ai 30 bisogna tornare al 10 giugno, mentre l’ultima volta che si è raggiunto un dato alto come quello di ieri è addirittura il primo giugno, quando si registrarono 41 nuovi ingressi in terapia intensiva in un giorno. Va sottolineato che siamo comunque molto lontani dai dati di inizio maggio, quando si superavano i 100 ingressi al giorno. O da quelli di aprile, quando si sfioravano i 300. Il confronto sulle terapie intensive va fatto anche in relazione al numero di contagi, che sembra crescere in maniera molto più marcata rispetto ai ricoveri. Ieri in Italia si registravano 4.200 contagi e negli ultimi giorni si è più volte sfiorata quota 7mila. Il primo giugno la curva era in fase calante e i nuovi contagi erano 2.483 (con 41 ricoveri in rianimazione contro i 39 di ieri). L’11 maggio si contavano 100 nuovi ingressi e 6.946 contagi (dati simili a quelli degli ultimi giorni sui casi giornalieri), l’1 maggio gli ingressi erano 143 e i casi poco meno di 13mila. Ancora, il 23 marzo si raggiungevano i 317 nuovi ingressi in terapia intensiva a fronte di quasi 19mila casi. Per quanto non sia facile valutare i dati rispetto ai contagi, è innegabile che in questa fase – grazie ai vaccini – i ricoveri in terapia intensiva salgono meno velocemente rispetto ai casi di positività.

I posti occupati in terapia intensiva: i dati per Regione

I dati Agenas forniscono anche un quadro sull’occupazione dei posti letto in terapia intensiva in ogni singola Regione italiana. A livello nazionale il dato sale al 4% (è il 5% per i ricoveri in area medica), ma con forti differenze regionali: si passa dall’11% della Sardegna e dal 7% di Lazio, Liguria e Sicilia all’1% di Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Umbria, con addirittura lo 0% per Trento e Valle d’Aosta. Ecco i dati sull’occupazione delle terapie intensive Regione per Regione:

  • Abruzzo 1%
  • Basilicata 1%
  • Calabria 2%
  • Campania 3%
  • Emilia-Romagna 4%
  • Friuli-Venezia Giulia 1%
  • Lazio 7%
  • Liguria 7%
  • Lombardia 3%
  • Marche 3%
  • Molise 3%
  • Bolzano 2%
  • Trento 0%
  • Piemonte 1%
  • Puglia 3%
  • Sardegna 11%
  • Sicilia 7%
  • Toscana 5%
  • Umbria 1%
  • Valle d’Aosta 0%
  • Veneto 2%.
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