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Covid19, Locatelli (ISS): “Niente panico e niente allarme, contagiati quasi tutti asintomatici”

Il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Franco Locatelli getta acqua sul fuoco e minimizza il quadro complessivo: “Non c’è crescita esponenziale né lineare, non siamo né in una situazione di panico né di allarme”. Certo, aggiunge, i dati non vanno sottovalutati e bisogna continuare a mantenere la massima attenzione nel rispetto delle norme di igiene e del distanziamento sociale.
A cura di Redazione
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Nel giorno in cui il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrebbe varare un nuovo decreto per il contenimento dei contagi da coronavirus, assume particolare rilevanza la posizione di Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, che in qualche modo anticipa quella che potrebbe essere la linea del governo per gestire questa fase della seconda ondata. Ospite della trasmissione di Lucia Annunziata Mezz'ora in più, Locatelli ha fatto il punto della situazione, mostrandosi ben più che ottimista sull'evoluzione della seconda ondata di contagi nel nostro Paese. Pur nella consapevolezza che sia "indubitabile la forte crescita dei contagi", infatti, lo studioso spiega come al momento "non siamo in una situazione né di panico né di allarme, anche perché solo un terzo dei positivi è sintomatico, mentre il restante dei contagiati è asintomatico o paucisintomatico". Un quadro che sarebbe molto diverso da quello di marzo, quando "erano tutti asintomatici", l'età media molto più alta e l'epidemia era in crescita esponenziale.

Nella lettura dell'esponente dell'ISS, al momento la crescita degli indicatori legati alla Covid-19 sarebbe ancora lineare e non esponenziale, "perché non c'è il prodotto di una variabile per un numero fisso, ma solo un numero che si aggiunge al precedente". Tra i numeri che Locatelli considera positivi ci sono quelli delle terapie intensive, ambito in cui abbiamo 700 persone, per un quadro nemmeno paragonabile a quello del momento del picco" (poi le Regioni sarebbero in grado di attivare nuovi posti in poco tempo), nonché il rapporto fra positivi e tamponi, "uno tra i più bassi d'Europa".

Locatelli aggiunge anche che le zone più colpite dalla prima ondata sono quelle che ora sembrano più protette, ma si mostra scettico sulla possibilità che si raggiunga in poco tempo la cosiddetta immunità di gregge.

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