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Covid, Speranza: “Non ci sono le condizioni per allentare misure, nuovo dpcm dal 6 marzo”

In vista del varo del nuovo dpcm sulle misure di contenimento della diffusione del Covid-19, il ministro della Salute, Roberto Speranza, è intervenuto in Senato: “In questo ultimo miglio non possiamo assolutamente abbassare la guardia, non ci sono le condizioni epidemiologiche per allentare le misure di contrasto alla pandemia”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, interviene al Senato per le comunicazioni riguardanti le misure per fronteggiare l'emergenza Covid-19 che il governo si appresta a varare in vista della scadenza del dpcm, prevista per il 5 marzo. Il nuovo dpcm, spiega Speranza, entrerà in vigore il 6 marzo e varrà fino al 6 aprile. Ma non ci saranno allentamenti delle misure, assicura ancora il ministro della Salute. Per Speranza siamo all'ultimo miglio, ma "in questo ultimo miglio non possiamo assolutamente abbassare la guardia, non ci sono le condizioni epidemiologiche per allentare le misure di contrasto alla pandemia. È una posizione condivisa dai nostri scienziati, dall’Iss, dal Cts". E proprio sul Cts il ministro aggiunge: "Il Cts va ringraziato ma tutto quello che può essere fatto per renderlo più agile e tempestivo fa bene al nostro lavoro e anche l’ipotesi di un portavoce può essere accolta positivamente".

Speranza inizia il suo discorso ribadendo la centralità del Parlamento: “Sono qui doverosamente anche per ascoltare con attenzione le valutazioni e le proposte che emergeranno. La scadenza del dpcm è prevista per il 5 marzo, il governo è in Aula con largo anticipo proprio per ascoltare con attenzione proposte e suggerimenti di tutti i parlamentari. Con lo stesso spirito nei prossimi giorni sarà nelle competenti commissione per proseguire il confronto con le forze politiche. Parallelamente continua il confronto con le Regioni e l’Anci. Questo dibattito è rilevante perché è il primo che si svolge dopo il voto di fiducia: siamo in una situazione politica completamente nuova. Adesso, superata la crisi tutti dobbiamo sentire forte l’obbligo politico e civile di rispondere alle ragioni sostanziali che hanno portato alla nascita di questo esecutivo".

Il ministro della Salute chiede coesione e unità, rivolgendosi a tutte le forze politiche. E anche una linea comune a livello comunicativo, che aiuti gli italiani a comprendere le scelte. "La prima indicazione che voglio rivolgere al Paese – prosegue – è riconfermare un messaggio di fiducia: argineremo il virus grazie alla scienza e al lavoro quotidiano del nostro personale sanitario. La ricerca scientifica è stata più veloce dell’aumento della produzione delle aziende farmaceutiche, il ritardo non cambierà l’esito della partita. Il Covid è destinato a essere arginato. Non è retorica dire che vediamo la luce in fondo al tunnel".

Speranza riassume i dati del contagio anche in Europa:

I dati sono più chiari e precisi delle parole: in Europa ci avviciniamo alla soglia di un contagiato ogni 10 abitanti, credo che sia un dato che esprima da solo la forza e la pericolosità di questo virus. Nel mondo siamo a 2 milioni e mezzo di persone che hanno perso la vita. Mi limito a richiamare una notizia: una notizia terribile nella sua drammatica evidenza. Negli Stati Uniti il virus ha provocato più morti della prima e seconda guerra mondiale e della guerra del Vietnam.

La Gran Bretagna è in lockdown da due mesi, il terzo in totale. La Spagna ha misure molte restrittive, il Portogallo è in lockdown, la Germania è in lockdown generale da dicembre. In Francia continuano a perdurare importanti misure restrittive, come il coprifuoco alle 18 e la chiusura di bar e ristoranti. Per la prima volta anche la Svezia si è dotata di una legge nazionale che conferisce al governo il potere di decidere lockdown totali. Mi sembra evidente che diversi governi hanno scelto la linea comune del massimo rigore. L’Italia si muove nel solco di questa linea europea di prudenza e di cautela. Sarebbe un grave errore se affrontassimo in modo diverso dalle nazioni a noi vicine questo ultimo miglio.

Il ministro ricorda la diffusione della variante inglese in Italia e conferma il sistema basato su zone gialle, arancioni e rosse anche per le prossime settimane. In più aggiunge che le ordinanze settimanali sul cambio dei colori entreranno in vigore, da ora in poi, a partire dal lunedì successivo. "Dovremo verificare passo dopo passo se le misure siano adeguate a fronteggiare la situazione. La bussola nella scrittura del prossimo dpcm, in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, sarà sempre il principio di salvaguardia della salute", aggiunge.

Speranza conclude il suo discorso parlando della situazione dei vaccini:

Si procede a un ulteriore miglioramento della logistica di supporto. È decisiva la consegna puntuale delle dosi opzionate per tempo. L’Italia non si rassegna alla riduzione delle dosi. Con i vertici delle istituzioni comunitarie stiamo esercitando la massima pressione sulle aziende produttrici per trovare azioni necessarie per affrontare questo problema e vanno perseguite tutte le soluzioni possibili. Dinanzi a un’emergenza sanitaria non regge l’idea di una proprietà esclusiva dei brevetti, vanno messi a disposizione di tutti i Paesi. Il vaccino deve essere effettivamente un bene comune, accessibile a tutti, un diritto di tutti non un privilegio di pochi. Non dobbiamo coltivare una illusoria autosufficienza nazionale, ma essere un partner importante europeo.

Dobbiamo ultimare il più rapidamente possibile la prima fase della nostra campagna vaccinale per mettere in sicurezza tutto il personale sociosanitario, le Rsa e gli over 80. Poi la priorità sono le persone fragili. Il terzo obiettivo riguarda le prenotazioni e le vaccinazioni per il personale scolastico, che rappresenta una priorità per favorire la didattica in presenza. Ai milioni di italiani che aspettano il loro turno per essere vaccinati, ripeto il messaggio di fiducia e speranza: il lavoro della comunità sta proseguendo studiando le varianti, la produzione di vaccini per miliardi di persone ha messo a dura prova il sistema industriale. Ci sono stati ritardi che saranno superati, ma la campagna vaccinale non si ferma. L’Italia è un grande Paese e sarà all’altezza di questa sfida.

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