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Covid 19

Covid, Speranza: “I dati sui vaccini ci fanno vedere la luce in fondo al tunnel”

“I numeri, i dati che iniziamo a ricevere in maniera più stabile da numerose realtà che hanno fatto ricerche in questi mesi ci lasciano ben sperare, ci lasciano far vedere una luce in fondo a questo tunnel”: a dirlo, facendo riferimento alle ricerche e alla produzione dei vaccini anti-Covid è il ministro della Salute, Roberto Speranza.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, vede la luce in fondo al tunnel dell’emergenza Coronavirus. Intervenendo al webinar ‘L’Unione europea alla sfida del Covid-19’, organizzato dal Parlamento europeo in collaborazione con la Commissione Ue e il Corriere della Sera, il ministro tocca vari punti, tra cui quello del vaccino. “I numeri, i dati che iniziamo a ricevere in maniera più stabile da numerose realtà che hanno fatto ricerche in questi mesi ci lasciano ben sperare, ci lasciano far vedere una luce in fondo a questo tunnel”, afferma Speranza. Che ricorda come sia fondamentale il vaccino per “uscire definitivamente da questa stagione”. Speranza invita però alla prudenza: “Io voglio avere un approccio molto prudente. I passaggi formali devono ancora compiuti, abbiamo agenzie istituzionali che devono seguire con la massima cautela i processi, ma i dati sicuramente ci lasciano ben sperare. Dobbiamo accelerare, investire, credo che lo stiamo facendo in modo giusto con un coordinamento europeo”. Per quanto riguarda l’Italia, il ministro dice che “potremmo essere nelle condizioni già nella prima fase del 2021 di avere le prime dosi del vaccino da distribuire con priorità per chi, dal mio punto di vista, è in prima linea come il personale sanitario e poi a tutte le categorie più fragili”.

Speranza: unica risposta a virus sono misure restrittive

Il ministro della Salute ricorda l’importanza di un coordinamento europeo nella gestione dell’emergenza: “Una sfida così complessa non poteva essere vinta solo sul piano nazionale. Io già alla fine di gennaio scrissi una lettera alla presidenza di turno e alla commissaria europea chiedendo una convocazione proprio sul virus. Col passare delle settimane, il livello di coordinamento è andato crescendo e si è costruito un impianto che oggi credo ci metta nelle condizioni di condividere le iniziative”. Per Speranza al momento le uniche risposte possibili al virus dipendono dalla misure restrittive applicate a livello nazionale e regionale: “In questa fase in cui non c’è ancora un vaccino certo e sicuro e non ci sono cure certe ed efficaci, queste misure sono inevitabili e fondamentali: sono l’unico strumento possibile. Le misure sono l’unico vero strumento che abbiamo per abbassare l’indice del contagio e per creare una condizione di maggiore controllo. Queste misure provocano sacrifici, restrizioni sul piano economico, sociale, culturale, ma come dimostrano anche i numeri degli ultimi giorni in numerosi paesi europei e anche in maniera preliminare in Italia, le misure dimostrano di funzionare”.

Il ministro: speriamo Rt ancora in discesa

Per quanto riguarda i dati dell’Italia, Speranza aggiunge: “Nell’ultima settimana il livello Rt scende, oggi ci saranno i nuovi dati e il nostro auspicio è che grazie alle misure delle Regioni e del governo l’indice tenda ancora a essere in una fase decrescente. Questo ci potrebbe portare nel giro di qualche settimana ad avere conseguenze positive sui nostri presidi sanitari che vivono ancora una stagione di altissima pressione. Le misure restrittive sono l’unica arma possibile per ridurre il contagio, per questo in Francia, Gran Bretagna è stata scelta la strada del lockdown. L’Italia sta provando a mettere sotto controllo la curva, non con un lockdown generalizzato, ma con un meccanismo che fotografa la situazione epidemiologica di ciascun territorio. Vedremo nei prossimi giorni se, come auspichiamo, questo metodo ci offrirà una piegatura ulteriore della curva e dati incoraggianti”.

La lezione del Covid secondo Speranza

Il ministro della Salute non nasconde che i presidi sanitari sono ancora sotto una pressione enorme e conclude poi parlando della lezione che ci offre il Covid: “Credo che questa lezione debba farci sviluppare la consapevolezza che le risorse che si mettono sull’ambito salute non sono spesa pubblica improduttiva, ma il più grande investimento sulla qualità della vita delle persone. Il servizio sanitario italiano va esattamente in questa direzione. Penso che la lezione del Covid significhi chiudere la stagione dei tagli che troppo spesso ci sono stati e aprire una grande stagione di investimenti, perché è evidente che questa sarà sempre più una priorità. Su questo dovremo investire con tutta l’energia che abbiamo: l’Italia negli ultimi mesi ha investito più che negli ultimi 6-7 anni. Ancora continuiamo con una fase di investimenti inediti con la legge di Bilancio. La stessa cosa andrà fatta anche a livello europeo: è un bene che l’Europa abbia messo in campo nuovi strumenti e nuove risorse. Se c’è un altro lascito è quello anche di una necessaria nuova fase di coordinamento internazionale sul tema della salute. Con altri ministri europei abbiamo sottolineato la necessità di rafforzare l’Oms, anche in una logica di riforma anche per aumentarne trasparenza e indipendenza. I problemi della salute non si risolvono in un solo Paese. E la stessa cosa vale per l’Ue: io esprimo un giudizio positivo sulle nuove misure e penso che anche da questo punto di vista ci sia una lezione. Servirà una Ue ancora più forte nelle politiche sanitarie, coordinando quelle nazionali, per affrontare insieme i problemi”.

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