Covid, nelle chat l’accusa del capo gabinetto di Speranza: “I nostri non sono stati all’altezza”
L'inchiesta sulla gestione del Covid-19 nelle prime fasi della pandemia, portata avanti negli ultimi tre anni dalla Procura di Bergamo, continua a far emergere dettagli e aspetti nuovi nelle modalità con cui i tecnici e la politica hanno affrontato l'emergenza. Dopo i retroscena sul perché la zona rossa è stata dichiarata così tardi nei Comuni di Alzano e Nembro, emergono dalle carte delle indagini molte conversazioni tra le persone coinvolte. La Procura ha raccolto centinaia di messaggi, scambiati soprattutto su Telegram e Whatsapp, dai telefoni degli indagati.
Il caos sui tamponi nelle prime settimane della pandemia
"Il tema è che tutti pensano che il test serva a qualcosa", ha scritto il 22 febbraio 2020 il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro. Il giorno prima era stato individuato il "paziente 1", il primo caso di positività ufficialmente riconosciuto in Italia. Brusaferro stava parlando con Francesco Curcio, direttore del dipartimento di Medicina di laboratorio di Udine.
In quei giorni, infatti, la posizione italiana era di non ricorrere all'uso di un grande numero di tamponi. Tuttavia, il tamponamento a tappeto di Vo' Euganeo (4.500 tamponi in due giorni nel Comune del primo morto di Covid-19) è partito il giorno dopo, il 23 febbraio.
"Fare tamponi a tutti adesso è la cazzata del secolo": lo ha detto il 15 marzo Ranieri Guerra, direttore vicario dell'Oms, scrivendo proprio a Brusaferro. A questo il presidente Iss ha risposto: "No è che ognuno va per conto suo", riferendosi al grande numero di esperti che parlavano ai media dando la propria opinione. In particolare, Brusaferro ha citato l'infettivologo Massimo Galli: "Ho parlato con lui, gli ho detto di desistere dal proporre scemenze come tamponi per tutti… ha convenuto, spero…".
Il capo gabinetto di Speranza: "I nostri non sono stati all'altezza"
Un altro scambio è quello tra Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto del ministro della Salute Roberto Speranza, con l'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani. Il 23 febbraio 2020, quando come detto a Vo' Euganeo è iniziato il tamponamento a tappeto, all'ospedale di Alzano sono stati individuati i primi casi di positività al Sars-Cov-2. L'ospedale è stato chiuso completamente, ma solo per alcune ore. Zaccardi ha scritto a Bersani, con cui aveva un rapporto di fiducia: "Posso parlarti riservatamente anche per telefono?".
Circa un'ora dopo ha inviato un altro messaggio ("Puoi parlare?"), poi ha deciso di continuare per scritto. Nei messaggi si trova un atto d'accusa a molti dei responsabili del ministero: "Penso sia evidente che da Ruocco (Giuseppe Ruocco, segretario generale del ministero, ndr) in giù i nostri non sono stati all’altezza", ha scritto Zaccardi.
Parlando della gestione nei primi giorni della pandemia, Zaccardi ha criticato anche la decisione di non controllare gli arrivi dalla Cina, dove sono stati trovati i primi casi di Covid-19: "Le persone che rientravano transitando da qualunque aeroporto del mondo dalla Cina andavano messe in quarantena", ha detto a Bersani. "Questo non ci avrebbe messo totalmente al riparo dal virus, ma dalle responsabilità sì. E i voli erano molto più controllabili. Questo è ciò che penso…". Il documento della Guardia di finanza che riporta la chat non indica la risposta di Bersani, probabilmente perché non rilevante ai fini dell'investigazione.