Covid, l’annuncio del governo: “Vaccino Pfizer potrebbe arrivare a inizio 2021”
Dopo la notizia dell’efficacia al 90% del vaccino anti-Covid messo a punto da Pfizer-Biontech, ora a tenere banco è la tempistica di distribuzione delle dosi in Italia e in Europa. Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ritiene verosimile che il vaccino possa essere a disposizione a partire dall’inizio del 2021. “L’autorizzazione ancora non c'è, ma è verosimile che il vaccino anti-Covid Pfizer, di cui si parla in questi giorni, sarà a disposizione a partire da inizio anno”, afferma durante la trasmissione ‘Oggi è un altro giorno’, in onda su Rai 1.
A confermare che queste siano le date plausibili è anche la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, secondo cui, nello scenario migliore, le prime dosi di vaccino “potrebbero arrivare già a fine 2020, inizio 2021”. Il collegio dei commissari dell’Ue, intanto, ha dato il via libera alla sottoscrizione del contratto per il vaccino Pfizer-Biontech fino a 300 milioni di dosi. Una parte di queste dosi andrà all’Italia e la sua distribuzione dovrebbe avvenire secondo criteri specifici. Ad occuparsi della gestione di questa fase dovrebbe essere il commissario straordinario Domenico Arcuri, come conferma anche Sileri: “Per quanto riguarda la programmazione sul vaccino anti-Covid, ho letto anch'io che a guidarla sarà il commissario straordinario Domenico Arcuri, credo sia in linea con il compito che è stato assegnato fino ad oggi al commissario”.
Una delle questioni che dovrà affrontare è quella dei frigoriferi necessari per conservare questo vaccino, che necessita di temperature bassissime: “È assurdo dire che non abbiamo celle frigorifere per conservare il vaccino Pfizer, una volta registrato e prodotto. Non tutti i vaccini hanno tuttavia bisogno di celle frigorifere a 75 gradi sotto zero”.
Il viceministro della Salute, infine, fa il punto della situazione su un altro vaccino, quello anti-influenzale: “Ne sono stati acquistati 18 milioni di dosi, 7 milioni in più dello scorso anno. Tenendo conto che un anno fa il 14% della popolazione italiana ha fatto il vaccino (il 50% tra gli over 65), si tratta di una quantità che copre tutte le fasce più deboli e a rischio. Tuttavia, c'è una latenza nella distribuzione, quindi invito le regioni a rilasciare al dettaglio le dosi bloccate”.