Covid, in arrivo nuove restrizioni per evitare lockdown: la stretta con il dpcm del 15 ottobre
La prima stretta è arrivata con il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri del 7 ottobre: mascherine obbligatorie all’aperto e al chiuso in tutti i luoghi esclusa la propria abitazione. Una norma provvisoria, che dovrebbe comunque essere rinnovata tra una settimana. Probabilmente insieme a una nuova stretta, che dovrebbe essere contenuta nel dpcm che il governo si appresta a varare entro il 15 ottobre. Per il momento si dispone l’obbligo di mascherina all’aperto se si è vicini a persone non conviventi. La mascherina deve essere indossata in tutti i luoghi chiusi, tranne le abitazioni private. All’aperto è possibile non indossarla solamente se si è in solitudine o comunque con solamente persone conviventi nelle vicinanze. In ogni caso bisognerà sempre portare con sé la mascherina. Il governo ha deciso anche di prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 gennaio 2021 e di non permettere alle Regioni di varare misure meno restrittive rispetto a quelle nazionali.
Entro il 15 ottobre nuovo dpcm e nuove restrizioni
Il 15 ottobre dovrebbe arrivare un nuovo dpcm e una conseguente stretta. Nuove misure restrittive che sembrano sempre più necessarie per il governo, soprattutto dopo l’aumento dei casi registrato ieri, con quasi 3.700 nuovi contagi in sole 24 ore. L’obiettivo, come spiega il ministro della Salute, Roberto Speranza, è quello di evitare un “lockdown nazionale”. A tale scopo il governo continua il confronto con le Regioni, prima di varare il dpcm. Una delle ipotesi in campo è quella di chiudere i locali: bar e ristoranti potrebbero chiudere alle 22 o, più probabilmente, alle 23 per fermare la movida. Allo stesso tempo il dpcm potrebbe contenere una limitazione sugli assembramenti, compresi quelli nelle case private. Si potrebbe disporre, inoltre, la riduzione dei partecipanti a eventi e feste: attualmente il limite è di 200 persone al chiuso e mille all’aperto, ma potrebbe essere abbassato.
Boccia su lockdown: stiamo tenendo, serve rigore
Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, parla di una “fase nuova” in un’intervista al Corriere della Sera. “Non dobbiamo spaventarci – afferma – ognuno di noi deve sentirsi protagonista di questa battaglia”. Boccia ricorda come la situazione sia molto meno sotto controllo in altri Paesi come Francia e Regno Unito: “I numeri dell’Italia sono ancora quelli di un Paese sicuro, che non deve abbassare la guardia”. Ma il ministro avverte: “Dobbiamo essere molto più rigorosi. Siamo stati un modello in questi primi sei mesi e dobbiamo esserlo nei prossimi sei”.
Boccia tende a escludere un nuovo lockdown, ma sottolinea che sono fondamentali l’uso della mascherina e l’utilizzo dell’app Immuni. Sulla risposta del sistema sanitario il ministro per gli Affari regionali è fiducioso: “Tra marzo e aprile, quando abbiamo avuto punte di 6.500 contagi, avevamo anche 4.000 persone in terapia intensiva. Ora siamo molto più forti e anche la prevenzione territoriale è stata rafforzata. I numeri sono abbondantemente sotto controllo. Abbiamo 337 persone in terapia intensiva e 6.700 posti disponibili, che in caso di necessità possono estendersi fino a diecimila, perché i ventilatori ci sono. Con tutti gli sforzi che abbiamo fatto io spero si possa andare avanti convivendo con il Covid. Persino nei Paesi più in difficoltà come Francia e Spagna stanno facendo lockdown drammatici e costosi, ma limitati. Il nodo è la tenuta del sistema sanitario”.