Covid, il tribunale dei ministri ha archiviato l’inchiesta su Conte e Speranza
Archiviate le posizioni di Giuseppe Conte e Roberto Speranza nell'inchiesta sulla gestione della prima fase della pandemia in Val Seriana. È questa la decisione del tribunale dei ministri di Brescia. La procura qualche giorno fa aveva avanzato la richiesta di archiviazione, suscitando la reazione dei familiari delle vittime che allora avevano commentato: "Il Covid-19 non è stato uno tsunami come ci vogliono far credere: molte morti si sarebbero dovute evitare e qualcuno è responsabile di ciò".
Ora però è arrivata la decisione dei giudici e le posizioni dell'ex presidente del Consiglio e dell'ex ministro della Salute sono state archiviate. E i familiari hanno aggiunto: "Ancora una volta ci è stato negato di poter conoscere la verità sulla morte dei nostri cari e di migliaia di persone che, come emerso dalle risultanze della coraggiosa indagine della Procura di Bergamo, si sarebbero potute salvare. Questa archiviazione è uno schiaffo in faccia a tutti noi e all'Italia intera che si merita un sistema politico e di giustizia più trasparente. Siamo intransigenti con quanto fatto dalla Procura di Brescia e dal Tribunale dei Ministri: l'archiviazione è un vilipendio alla memoria dei nostri familiari, un bavaglio, l'ennesimo in un'Italia corrosa dall'omertà contro cui ci siamo sempre battuti e continueremo a farlo nelle sedi che ci restano, come quella civile. Siamo amareggiati per la decisione che va in senso opposto alle risultanze cui era pervenuta la Procura di Bergamo dopo tre anni di indagini. Attendiamo di conoscere le motivazioni addotte a fondamento della richiesta".
Le ipotesi di reato che erano state inizialmente avanzate erano di epidemia colposa e omicidio colposo plurimo per la mancata zona rossa nei Comuni di Alzano Lombardo e Nembro e per non aver attuato prontamente il piano pandemico alla diffusione dei primi casi. Lo scorso 10 maggio sia Conte che Speranza erano stati sentiti davanti al tribunale dei ministri e, secondo i legali, in quell'occasione avevano chiarito tutta la vicenda: "Hanno raccontato quello che successo, sono stati esaurienti e hanno spiegato la loro posizione di quel giorno. Ci fidiamo della giustizia".