Covid, i contagi scendono ma la campagna vaccinale è ferma: il monitoraggio Gimbe
La circolazione del Covid-19 in Italia è "largamente sottostimata", ma "al momento non desta preoccupazioni". Questo è quanto emerge dall'ultimo monitoraggio della fondazione Gimbe. Il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, ricorda però che "la campagna vaccinale rimane sostanzialmente al palo".
Tra i motivi per cui la campagna va a rilento ci sono la "scarsa incisività della comunicazione istituzionale", "le modalità di chiamata utilizzate a livello regionale", ma anche "la crescente diffidenza dei cittadini nei confronti dei vaccini". Eppure una copertura adeguata con la quarta dose, per anziani e fragili, è ancora necessaria. Bisogna considerare, infatti, "le varianti emergenti" del Covid, il "rilevante impatto dell’influenza sui servizi sanitari" e anche le nuove regole, più ‘rilassate', con cui il governo ha deciso di gestire i positivi e i contatti stretti.
I dati sui vaccini: meno di uno su tre ha fatto la quarta dose
Le persone che hanno fatto il vaccino anti-Covid per la prima volta nella settimana dal 6 al 12 gennaio sono state 639. Un dato praticamente identico a quello della settimana prima, quando erano state 640. Di queste, il 18,6% è nella fascia di età 5-11 anni. È aumentato il numero di over 50 – ovvero la categoria più a rischio di malattia grave – che hanno fatto la prima dose: sono stati 227, il 7,6% in più della settimana prima.
Ora, le persone in Italia che non hanno ancora avuto neanche una dose di vaccino anti-Covid sono 6,78 milioni. Di queste, circa 590mila sono temporaneamente protette perché sono guarite dal Covid-19 da meno di 180 giorni. I restanti 6,19 milioni, invece, potrebbero fare la prima dose immediatamente.
Per quanto riguarda la terza dose di vaccino la copertura è decisamente alta (84,8%), con dati variabili in base alla Regioni: dal 78,6% della Sicilia all'88,7% della Lombardia. Le somministrazioni, nella settimana presa in considerazione, sono scese da 1.257 al giorno a 1.078 al giorno. Restano 7,26 milioni di persone che non hanno fatto la terza dose, di cui 5,76 milioni potrebbero riceverla subito.
La quarta dose è il vero punto debole della campagna vaccinale in Italia. Secondo i dati, su una platea di 19,1 milioni di persone – perché è rivolta soprattutto a over 60 e persone fragili, oltre al personale sanitario e agli ospiti delle Rsa – l'hanno fatta solo 5,7 milioni.
Significa che il tasso nazionale di copertura delle quarte dosi è al 30%. Ci sono importanti differenze tra Regioni: la Calabria è al 13,6%, mentre il Piemonte al 43,8%. Le nuove quarte dosi somministrate sono calate leggermente: 9.625 al giorno nella settimana presa in esame, mentre erano 9.677 la settimana prima.
Gli altri numeri: nuovi positivi giù del 38%
Per quanto riguarda gli altri dati sul Covid-19 in Italia, la settimana dal 6 al 12 gennaio ha fatto registrare un miglioramento in quasi tutti i campi. I nuovi positivi sono diminuiti del 38,2%, dai 135mila della settimana precedente agli 84mila del periodo preso in esame da Gimbe. In media, ci sono stati 12mila casi al giorno.
I nuovi positivi sono scesi in tutte le Regioni, anche se con delle importanti differenze: il calo è stato del 10,9% nella Provincia autonoma di Bolzano, mentre è arrivato al 50,3% in Liguria. Sono scesi moltissimo i nuovi contagi anche in Piemonte (-48%) e in Veneto (-46,7%). Anche guardando alle province, i contagi non aumentano da nessuna parte. Il calo più ridotto è nella provincia di Crotone (-4,8%) e in quella di Enna (-5,7%), mentre quello più pronunciato si trova a Sassari (-60,9%), seguita da Cuneo (-58,4%).
Tra le Regioni, a registrare l'incidenza più alta di casi è l'Abruzzo, dove sono contagiati 233 abitanti ogni 100mila, e subito dopo la Sicilia con 209 positivi ogni 100mila abitanti. L'incidenza più bassa, invece, è in Valle D'Aosta: 61 abitanti ogni 100mila, meglio anche del Piemonte, che ne registra 72 su 100mila. Tutte le Regioni, e anche tutte le province, sono nettamente al di sotto della soglia di 500 casi per 100mila abitanti.
La diminuzione dei positivi arriva anche a causa del calo nel numero di tamponi. I rapidi sono scesi del 13,7%, ovvero 97.900 tamponi in meno effettuati. I molecolari, invece, sono aumentati del 6,9% (circa 9.700 in più), ma non basta: il numero totale di tamponi scende comunque del 10,3%.
Giù anche i ricoveri per Covid e i decessi
I ricoveri in ospedale sono calati sia per quanto riguarda l'area medica, con un -16,8%, sia in terapia intensiva, dove il dato è di -2,8%. I letti occupati in ospedale da pazienti Covid sono scesi: sono 310 in terapia intensiva, mentre erano 347 il 12 novembre 2022, e nell'area ospedaliera sono scesi da 9.764 (il dato più alto, risalente al 12 dicembre 2022) a 6.421. Sul totale dei posti letto in Italia, il 10% è occupato da pazienti Covid, mentre per la terapia intensiva il dato è al 3,1%.
Scende anche il numero di morti: nel periodo preso in esame sono stati 576, con una media di 82 al giorno. Nella settimana precedente, la media era stata di 111 decessi al giorno.