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Covid, arriva l’inverno e meno di uno su tre ha fatto la quarta dose: il monitoraggio Gimbe

I nuovi dati resi noti dalla Fondazione Gimbe mostrano che il tasso di copertura della quarta dose è ancora al 28,4%: “Ci avviciniamo al Natale con quasi il 72% di over 60 e fragili senza quarta dose”, sottolinea il presidente Cartabellotta. In calo i nuovi positivi e stabili i ricoveri, ma aumentano ancora i morti.
A cura di Luca Pons
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L'ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe sull'andamento della pandemia da Covid-19, riferito alla settimana tra il 9 e i 15 dicembre 2022, sottolinea che mentre i ricoveri restano stabili e i decessi aumentano, la copertura della quarta dose è ancora decisamente insufficiente. "Ci avviciniamo al Natale con quasi il 72% di over 60 e fragili senza quarta dose", dice Nino Cartabellotta, presidente della fondazione.

I numeri sono molto bassi, in effetti, se si guarda alla quarta dose, o secondo richiamo, di vaccino anti-Covid. La platea presa in considerazione è quella di over 60 e individui fragili e immunocompromessi. In totale, si parla di 19,1 milioni di persone. Di queste, solo 5,4 milioni hanno fatto la quarta dose, mentre 11,9 milioni potrebbero riceverla subito (gli altri 1,8 milioni sono guariti dal Covid da meno di 120 giorni e devono aspettare). Il tasso di copertura è del 28,4%, con forti differenze tra le Regioni: il Piemonte è in testa alla classifica con il 42,2% di quarte dosi effettuate, mentre in fondo c'è la Calabria con il 12,8%.

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La copertura della terza dose, invece, è ormai arrivata da tempo a buoni livelli, con l'84,7% della pleatea vaccinata – un dato nazionale che va dal 78,6% della Sicilia all’88,6% della Lombardia – e 5,7 milioni di persone che potrebbero ricevere subito la terza dose, mentre i restanti 1,6 milioni non possono farla subito perché sono guarite da meno di 12o giorni.

Infine, i nuovi vaccinati: tra il 9 e il 15 dicembre sono solo 872 (erano 971 la settimana prima), di cui 155 (il 17,8% del totale) sono nella fascia d'età 5-11 anni e 360 sono over 50, cioè i più esposti al rischio di malattia grave. Le persone non ancora vaccinate e che potrebbero ricevere subito la prima dose sono 6,1 milioni, il 10,6% di tutta la platea vaccinabile in Italia. 

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Per quanto riguarda i contagi, nella settimana presa in esame i nuovi positivi scendono del 21,1%: sono 174.630 le persone risultate positive al Covid, erano 221mila nel monitoraggio precedente. I casi registrati scendono in tutte le Regioni, soprattutto nella Provincia autonoma di Trento (-32,7%) e Piemonte (-31,2%), con l'eccezione della Sardegna dove aumentano del 14,1%. Ci sono cali importanti anche in Friuli Venezia Giulia (-28,9%) e Valle D'Aosta (-27,2%).

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Scende anche il numero di tamponi effettuati (1,1 milioni), sono circa 160mila in meno della settimana precedente. In particolare, i tamponi rapidi diminuiscono del 14,3% e quelli molecolari del 6,2%. In entrambi i casi il tasso di positività (cioè il numero di persone risultate positive sul totale dei tamponi fatti) si abbassa, dal 14% al 12,2% per i tamponi molecolari e dal 18,1% al 17,2% per gli antigenici rapidi.

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Aumentano ancora, invece, i decessi: erano in media 98 al giorno nella settimana precedente, e nel periodo dal 9 al 15 dicembre salgono a 103 al giorno. Nella settimana sono 719 in totale, di cui 17 riferiti a periodi precedenti e registrati in questa settimana.

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Le ospedalizzazioni sono piuttosto stabili. Nelle aree ordinarie i letti occupati aumentano del 2,4%, mentre nelle terapie intensive scendono del 4,2%. Rispetto al numero massimo di occupanti dei reparti di terapia intensiva (347 persone), raggiunto il 12 dicembre, il 15 dicembre i ricoverati erano 321. Il tasso di occupazione, cioè la percentuale di posti letto negli ospedali occupati da pazienti Covid, è del 14,8% in area medica e del 3,2% in terapia intensiva.

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