Covid, a processo Ranieri Guerra e altri ex dirigenti ministero Salute: “Non aggiornarono Piano pandemico”
L'accusa è di non aver aggiornato il piano pandemico dell'Italia per anni, lasciando il Paese senza le misure necessarie per rispondere in modo coordinato all'arrivo del Covid-19. Rifiuto di atti d'ufficio. Per questo è stato imputato – con imputazione coatta, dopo la richiesta di archiviazione degli inquirenti – Ranieri Guerra, ex direttore vicario dell'Organizzazione mondiale della sanità e soprattutto (per la vicenda in questione) ex direttore generale dell'ufficio di Prevenzione del ministero della Salute. Insieme a lui anche Giuseppe Ruocco, che ricoprì il suo stesso ruolo al ministero della Salute, e altri due ex dirigenti ministeriali: Maria Grazia Pompa e Francesco Maraglino.
Come detto la Procura di Roma, che ha gestito uno stralcio delle indagini relative al piano pandemico e alla gestione dell'emergenza Covid partite a Bergamo, aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo. Ma la giudice per le indagini preliminari Anna Maria Gavoni ha disposto l'imputazione coatta: i pm ora sono obbligati, entro dieci giorni, a formulare un'imputazione per rifiuto d'atti d'ufficio. Il motivo è che gli indagati sarebbero "responsabili del mancato aggiornamento del Piano pandemico nazionale del 2006 e dell'omessa definizione dei piani di dettaglio".
Nella stessa indagine era coinvolto anche l'ex presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, con l'ipotesi di truffa legata a fondi pubblici e anche con la stessa accusa di rifiuto di atti d'ufficio. Ma in questo caso il fascicolo è stato archiviato. Lo stesso è successo all'ex capo della Protezione civile Angelo Borrelli.
Secondo l'accusa (che ora i pm dovranno formulare) Guerra e gli altri dirigenti imputati sarebbero responsabili del mancato aggiornamento del piano pandemico dell'Italia dopo il 2006. Per questo il Paese con l'arrivo del Covid si sarebbe trovato particolarmente impreparato. Il caso aveva attirato l'attenzione nazionale alla fine del 2020, quando era emerso che l'Oms aveva prima presentato e poi ritirato un rapporto che accusava l'Italia di essere stata, appunto, poco preparata. Nel 2021 era poi emerso che Guerra era indagato per false informazioni ai pm. All'epoca non risultavano ipotesi di reato per il mancato aggiornamento del piano, che invece si sono concretizzate nel filone romano dell'inchiesta.
I legali dell'ex numero due dell'Oms hanno criticato l'imputazione disposta dalla gip: "Una decisione in palese contrasto con l'approfondita indagine e la valutazione della Procura che aveva richiesto l'archiviazione e che appare basata su una prospettiva di esplorazione dibattimentale ipotetica, tra l'altro per il professor Guerra che aveva cessato le sue funzioni nel 2017", ha detto l'avvocato Roberto De Vita all'Adnkronos.
Soddisfatti, invece, i legali che rappresentano le famiglie delle vittime di Covid: "È un grande risultato per noi quali legali di centinaia di familiari delle vittime e un pezzo di verità riconosciuta e di rispetto e dignità che viene ridata a quei corpi accatastati cui è stata negata anche la dignità della sepoltura". Gli avvocati hanno detto che l'imputazione coatta "riapre la partita delle responsabilità sulla gestione della pandemia in Italia, dopo le archiviazioni del Tribunale dei Ministri".