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Covid 19

Covid 19, perché così tanti vaccinati con tre dosi si stanno contagiando con Omicron

C’entrano il calo dell’efficacia dei vaccini contro Omicron, le tempistiche dei booster e il calo dell’attenzione rispetto alle pratiche di distanziamento sociale e all’uso delle mascherine.
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Come vi stiamo raccontando, la variante Omicron ha determinato un sensibile aumento dei casi di Covid-19 in gran parte del pianeta. In Europa stiamo assistendo a una crescita vertiginosa dei contagi, con record di infezioni giornaliere in diversi Paesi, fra cui Francia, Germania e Italia. Negli ultimi giorni il nostro Paese ha fatto registrare oltre 50mila casi in 24 ore, raggiungendo nuovamente la soglia dei 500mila casi attivi, e tutto lascia pensare che il trend di crescita sia destinato a proseguire. Mentre il numero dei morti giornalieri resta bel oltre le 100 unità, sta aumentando la pressione sul sistema ospedaliero e sul sistema di testing: laboratori e centri di analisi sono ormai al collasso e le strutture pubbliche e private non riescono a stare al passo delle richieste di tamponi, sempre più numerose.

Se i non vaccinati continuano a essere i soggetti più esposti al rischio contagio, in queste settimane stiamo assistendo a un’importante crescita delle infezioni fra i vaccinati con ciclo completo. Essenzialmente ciò dipende da un insieme di fattori e da condizioni specifiche, che appare arduo considerare in maniera unitaria. La variante Omicron, con le sue numerose mutazioni nella proteina Spike, ha accentuato un aspetto già noto con Delta: l’efficacia dei vaccini rispetto all’infezione cala col tempo, tendendo ad annullarsi dopo qualche mese. Per questo motivo si rende necessario un booster, in modo da stimolare nuovamente il sistema immunitario e garantire un parziale ripristino della protezione. Va precisato che la questione è molto complessa (diversi studi sono ancora in corso), ma i primi dati mostrano soprattutto un deciso aumento degli anticorpi neutralizzanti dopo la terza dose (o seconda per chi ha fatto Johnson&Johnson), in grado di garantire una protezione immunitaria maggiore nel caso di infezione. Sia Moderna che Pfizer hanno confermato questo aspetto, sottolineando come i loro vaccini proteggano dalle forme gravi di malattia anche con la variante Omicron.

Diverso, dicevamo, il discorso sulle infezioni. Omicron ha notevolmente fatto calare le percentuali di protezione dal contagio e questo è noto fin dai primi studi. Come detto, al punto in cui siamo, si può considerare praticamente nulla la protezione dal contagio di chi ha fatto la seconda dose 5 o 6 mesi fa, così come sostanzialmente nulla è la copertura di chi è stato già contagiato in passato. Alcuni studi hanno però mostrato che anche chi ha fatto tre dosi è coperto in misura minore dal contagio, perché Omicron "buca parzialmente" lo scudo offerto dai vaccini. In altre parole, il booster aumenta la protezione ma non garantisce una copertura totale dal rischio di contrarre il virus. Peraltro, le percentuali variano a seconda della tipologia di dosi e booster ricevute (secondo uno studio, triplo Pfizer è efficace al 58%, doppio Moderna più booster Pfizer al73% eccetera). Omicron ha insomma cambiato le carte in tavola ed è per questo che le case farmaceutiche stanno lavorando ad aggiornamenti specifici dei vaccini, che tengano conto delle caratteristiche della nuova variante.

La protezione dei vaccini contro la Covid-19 cala nel tempo

Come mostra una recentissima analisi sui dati della Danimarca, anche l'efficacia del booster nel prevenire l'infezione cala rapidamente con il tempo. Quest’ultimo è un lavoro particolarmente importante, perché analizza nel tempo la risposta dei vaccini a Omicron ed evidenzia come la copertura cali in maniera molto rapida. Se nei primi 30 giorni dalla vaccinazione si è coperti al 55,2% e 36,7% (rispettivamente con Pfizer e Moderna), dopo soli 30 giorni si scende al 16,1% e al 30%, per poi giungere al 9,8% e 4,2% dopo 60 giorni. Vale la pena di ricordare che con Delta eravamo ben oltre l’80% nei primi 60 giorni e comunque oltre il 60% fino a 150 giorni. Si tratta di un aspetto da non sottovalutare, perché dovrebbe spingere a una riflessione sulle modalità di somministrazione dei booster, sulla sostenibilità del modello attuale di contrasto alla pandemia e soprattutto sulla necessità di spingere maggiormente sulle strategie per il contenimento della diffusione del virus.

Riepilogando, dunque, il crescente numero di infezioni tra i vaccinati anche con tre dosi è determinato da un insieme di cause, tra cui certamente vanno evidenziate il calo dell'efficacia dei vaccini con Omicron e degli stessi nel tempo. Banalmente, poi, dobbiamo ricordare la differenza tra numeri assoluti e percentuali. Più casi ci sono, più salgono in numero assoluto anche quelli fra i vaccinati. La maggiore contagiosità di Omicron ha moltiplicato le occasioni di esposizione al contagio, determinando un aumento della probabilità di infettarsi per per tutti, ovviamente sempre in misura diversa a seconda dello stato vaccinale, del tempo trascorso dalla somministrazione delle dosi, dello stato di salute, dell'esposizione al rischio e via discorrendo.

Crescono i casi totali, aumentano i contatti e le interazioni sociali anche a causa dell'allentamento delle restrizioni (parallelamente, dunque, sono molti di più i test cui ci sottoponiamo in quanto "contatti" di positivi), diminuisce l'efficacia nel tempo dei vaccini, cala la protezione dal contagio a causa della dominanza di Omicron: il risultato è un numero sempre maggiore di vaccinati con ciclo completo che risultano positivi alla Covid19.

Ciò che è fondamentale ricordare ancora una volta, però, è che i vaccini continuano a lavorare in maniera egregia nel prevenire le forme gravi della malattia, nel ridurre il rischio di ospedalizzazione e morte. Tra un non vaccinato, un vaccinato con ciclo incompleto o in ritardo sulle tempistiche del booster e chi ha fatto tre dosi, c'è insomma molta differenza quanto a probabilità di contrarre in forma grave la Covid-19.

Per dire:

E, complessivamente, ovvero cumulando casi Omicron e Delta, l'efficacia dei vaccini è evidente:

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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