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Superbonus 110, le ultime notizie

Costruttori contro il dl Superbonus del governo: “Serve proroga, 40mila cantieri a rischio abbandono”

L’Associazione nazionale costruttori edili è intervenuta in Parlamento, nella commissione Finanze della Camera, dove è stata ascoltata sul decreto Superbonus. La norma prevista dal governo Meloni non servirà per risolvere il problema dei 40mila cantieri rimasti aperti: serve una proroga o un nuovo Sal, hanno detto i costruttori.
A cura di Luca Pons
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Il decreto Superbonus del governo Meloni non serve per risolvere i problemi legati alla fine dell'incentivo edilizio al 110%. L'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) ha parlato davanti alla commissione Finanza di Montecitorio, dove il decreto è in lavorazione, e ha sottolineato i limiti della norma. "Non riduce in nessun modo il problema delle famiglie e delle imprese", ha detto chiaramente la presidente dell'Ance Federica Brancaccio. Ciò che servirebbe, piuttosto, è una proroga che permetta di detrarre ancora le spese effettuate fino al 29 febbraio 2024.

Cosa ha deciso il governo Meloni sul Superbonus 110% e perché non è abbastanza

La soluzione che ha proposto il decreto del governo è di eliminare completamente la possibilità di ricorrere al 110% per le spese effettuate nel 2024, ora che il bonus è sceso al 70%. Tuttavia, chi decide di interrompere i lavori (magari perché non può pagare quel 30% delle spese rimanente) non dovrà restituire i crediti che aveva ottenuto negli scorsi anni. Questa è la principale concessione agli edili, che è mirata a eliminare i contenziosi tra aziende e committenti. Per quanto riguarda il 110%, si possono ricevere i crediti solo per le spese effettuate fino al 31 dicembre 2023 che siano state registrate con un Sal.

Una soluzione che secondo Ance "rischia piuttosto di favorire l'abbandono dei cantieri e le opere incompiute". I condomini con cantieri ancora aperti sarebbero circa 40mila, che per l'associazione equivale a circa 350mila famiglie e contratti per 28 miliardi di euro. Con l'incentivo a chiudere i cantieri anche se i lavori sono ancora in corso, quindi, "si acuisce fortemente il rischio di decine di migliaia di contenziosi tra condomini e imprese e viene reso vano lo sforzo compiuto dallo Stato per finanziare un sistema di incentivi volto ad efficientare il patrimonio edilizio esistente". Il decreto rischia quindi di produrre "solo scheletri urbani con cantieri fermi e tribunali intasati, premiando i furbi che hanno intascato fondi pubblici senza finire i lavori".

Cosa propongono i costruttori: proroga o Sal aggiuntivo

Per migliorare la situazione, l'associazione dei costruttori ha quindi fatto due proposte che vanno nella stessa direzione: consentire di accedere al 110% di sconto fino a fine febbraio. La prima possibilità sarebbe quella di una vera e propria proroga di poche settimane, fino al 29 febbraio 2024.  Tutte le spese effettuate prima di quella data potrebbero beneficiare dello sconto a cui avevano diritto il 31 dicembre 2023 (ovvero il 110% o il 90%), purché rispettino alcune condizioni: dovrebbero essere condomini, o edifici composti da massimo quattro unità e interamente posseduti da una persona fisica; dovrebbe essere stato usato lo sconto in fattura o la cessione del credito; oppure, dovrebbero essere cantieri che al 31 dicembre 2023 erano completati almeno al 60%.

La seconda opzione sarebbe molto simile: permettere un Sal straordinario, sempre al 29 febbraio, per far rientrare nel 110% o 90% i lavori effettuati entro quella data, con possibilità di sconto in fattura o cessione del credito anche se il Sal non rispetta le percentuali minime previste per legge. In entrambi i casi, l'obiettivo sarebbe quello di "chiudere ordinatamente" l'esperienza del Superbonus, "solo ed esclusivamente per concludere i cantieri con un elevato stato di avanzamento". Questo, secondo Ance, permetterebbe di "salvare circa 25.000 cantieri e più di 220mila famiglie".

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