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Covid 19

Costa: “Rischio lockdown se continua isolamento asintomatici”. Locatelli: “Anche loro contagiano”

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa dice che si rischia un lockdown se non si elimina l’obbligo di isolamento per gli asintomatici. Il presidente del Css Locatelli ricorda però che “Studi autorevoli dimostrano che anche gli asintomatici contribuiscono alla sua diffusione” del virus.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa chiede ancora di eliminare l'obbligo di isolamento per i positivi asintomatici: "Il lockdown vero si rischierà se non iniziamo una seria riflessione sull'eliminazione dell'isolamento dei positivi asintomatici", dice in un'intervista a Il Tempo. La questione è stata sollevata dal membro del governo già da qualche settimana, ma non ha trovato al momento sponde all'interno dell'esecutivo. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri frena, dicendo che un'ipotesi del genere è prematura: "Ad oggi l'asintomatico positivo deve stare in isolamento, in futuro sarà possibile magari essere liberi, ma non è qualcosa che possiamo fare oggi, con questi numeri".

Nel braccio di ferro interviene anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, che in una intervista al Corriere della Sera spiega che "in questa situazione epidemiologica non mi sembra neppure il caso di ipotizzarlo. Studi autorevoli dimostrano che anche gli asintomatici contribuiscono alla sua diffusione". Insomma, dice, per il momento è impensabile "lasciare libero il virus".

La pensa allo stesso modo anche Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità e già portavoce del Comitato tecnico scientifico: "Non è il momento di lasciare circolare il virus, che è ancora pericoloso e può uccidere anziani e fragili. Inoltre, Omicron 5 sta colpendo i lavoratori della sanità, mettendo a rischio i servizi", dice un'intervista alla Repubblica. "Omicron – continua Brusaferro – ha sviluppato più sottovarianti. Quella presente adesso, la Ba5, è la più contagiosa ed è dominante nel Paese. I dati di una settimana fa ci dicono che rappresenta il 71% delle infezioni ma si avvia rapidamente a dominare completamente la scena. Succede un po' quello che aveva sperimentato il Portogallo".

Ma per Costa "Dobbiamo partire dalla consapevolezza che il contagio zero non è realizzabile e che l'unica soluzione è la convivenza con il virus". Non ci sarebbero però nuove misure restrittive all'orizzonte, sebbene il picco dell'infezione sia previsto entro il mese di luglio. "Ritengo sbagliato sostenere", sottolinea Costa, "che il Governo non stia intervenendo, considerando che non abbiamo mai abbassato la guardia né mai smesso di monitorare la situazione".

Quarta dose di vaccino a tutti gli over 60

Anche l'imminente allargamento della platea della quarta dose secondo il sottosegretario Costa si colloca nel solco di un livello di attenzione alto da parte del governo: "In questa direzione si sta procedendo al secondo richiamo per gli over 80 e al più presto, in accordo con Ema e Aifa, si sta valutando un ampliamento della platea fino ai sessantenni".

"Questa ondata, data, come tutte quelle precedenti sarà autolimitante – aggiunge Costa – Entro la fine del mese raggiungeremo il picco e poi i contagi torneranno a scendere, come sta già accadendo nei Paesi, come il Portogallo, colpiti prima dell'Italia da questa recrudescenza".

Ma secondo Franco Locatelli per la somministrazione della quarta dose è sbagliato attendere i nuovi vaccini: "La circolazione virale è aumentata – rileva -, l'occupazione dei letti nelle aree mediche e, in minor misura, nelle rianimazioni è cresciuta. Le agenzie europee Ema e Ecdc, inserendosi nel solco tracciato dall'Italia (che già offriva il secondo richiamo a ultra 80enni e a 60-79enni con patologie concomitanti) si sono orientate a indicarla ai 60enni, anche sani, e a tutti i fragili in ogni età". Ma non conviene aspettare i nuovi vaccini aggiornati: "La risposta immunitaria generata dai vaccini oggi disponibili protegge largamente da malattia grave o pericolosa per la vita – spiega –  Non ritardiamo una copertura aspettando i nuovi vaccini bivalenti, contenenti anche il ceppo virale oggi circolante oltre a quello originario. Sarebbe un grande errore". Anche perché, afferma Locatelli, sui ricoveri in ospedale "abbiamo numeri in crescita. Quello dei ricoverati nelle aree mediche è comparabile a Spagna e Portogallo, ma inferiore a Francia e Regno Unito. In molti ospedali sono stati riattivati, o stanno per esserlo, le unità di crisi per fronteggiare l'aumento dei pazienti e per essere pronti a incrementare i posti letto nei reparti Covid".

Per queste ragioni Locatelli consiglia di mantenere l'uso delle mascherine negli luoghi al chiuso e all'aperto in contesti di affollamento: "Indossarle, specie le FFP2, quando raccomandato e indicato negli spazi chiusi, sui mezzi di trasporto pubblici e anche all'aperto in presenza di assembramenti, è una scelta di difesa per sé stessi e per gli altri".

Gli eventi di massa possono continuare

Secondo Locatelli poi non è necessario sospendere gli eventi di massa, come i concerti. La precisazione arriva dopo le polemiche scoppiate per il concerto dei Maneskin che si è tenuto ieri a Roma, al Circo Massimo, alla presenza di 70mila spettatori: "Che gli eventi di massa possano amplificare i contagi è nozione largamente consolidata da decenni. Non significa però, almeno finché la situazione resta sotto controllo, sospenderli. Credo possano svolgersi, accostandosi ad essi con senso di responsabilità. Come? Non partecipare se si sa di essere positivi o se accusiamo sintomi sospetti. Indossare mascherine, non scambiare bicchieri". 

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