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Opinioni

Così Matteo Salvini ridicolizza l’ansia climatica delle nuove generazioni

Matteo Salvini strizza ancora l’occhio al negazionismo climatico. Nel mezzo di un’estate rovente, tra un evento disastroso dietro l’altro, il leader leghista ridicolizza l’ansia delle giovani generazioni, invece di dare risposte concrete sulle politiche necessarie per tagliare le emissioni climalteranti.
A cura di Annalisa Girardi
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Come rispondere alle nuove generazioni sempre più in ansia per il cambiamento climatico? Una domanda complessa, a cui il ministro Matteo Salvini decide di replicare riducendo ai minimi termini la questione. E, di fatto, ridendoci su. Ospite della kermesse della Lega Romagna, il leader della Lega ha commentato, incalzato dal giornalista ed ex deputato, Daniele Capezzone, il botta e risposta di una ragazza che diceva di soffrire di ecoansia e il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che si è commosso di fronte alle preoccupazioni della giovane. "Fa caldo, indubbiamente d'estate fa caldo e d'inverno fa freddo. Però io amo la montagna e quando vedi i ghiacciai che si ritirano anno dopo anno… beh, certo che stai lì a pensare e a cercare di capire cosa fare. Poi studi un pochino di storia e vedi che sono cicli", ha detto.

Capezzone ha proseguito sottolineando che il governo sta facendo bene a frenare sulle norme europee, ma si è domandato se non si stia lasciando troppo terreno sul piano culturale alla narrativa "apocalittica". Subito Salvini ha ribattuto: "Non è che perché Capezzone sgasa con la sua Golf Turbo che i ghiacciai arretrano evidentemente. Però bisogna provvedere, senza che però questo danneggi la presenza o la sopravvivenza umana".

Poco importa se nel frattempo ben cento scienziati, tra cui il Premio Nobel Giorgio Parisi, abbiano lanciato un appello per sottolineare come gli eventi estremi delle ultime settimane, tra cui appunto le temperature record, vadano riconosciuti come effetto del cambiamento climatico. E sono stati chiarissimi su quali siano le principali cause di questo: le emissioni di gas serra prodotte dall'utilizzo di combustibili fossili.

Ma il partito di Salvini continua a fare resistenza sulla transizione ecologica, contrapponendola alla questione sociale. Una retorica, però, dal sapore propagandistico. La questione ambientale e quella economica non sono in antitesi: non siamo in presenza di un paradigma per cui o si salva l'ambiente o la tenuta economica e sociale. Nulla di più falso: gli eventi climatici estremi di questi giorni hanno un costo economico esorbitante, si parla di danni per milioni e milioni di euro, e peseranno sempre di più sul nostro Pil.

Non sono solo i giovani attivisti a dirlo. A metterlo nero su bianco è un report di Bankitalia, secondo cui il riscaldamento globale frenerà la crescita economica di diversi punti percentuali: se nel 2100 la temperatura media sarà più alta di 1,5 gradi rispetto ad oggi, la crescita sarebbe inferiore tra il 2,8% e il 9,5%. Con temperature troppo elevate non solo ci sarebbe un impatto negativo sulla produzione agricola, ma i settori esporti alla crisi sarebbero diversi. Lo stiamo vedendo in queste settimane: nell'edilizia, ad esempio, diventa impossibile lavorare nelle ore centrali della giornata. E così cala la produttività, si riducono gli investimenti e il Pil si contrae.

Quando Salvini parla di "green ideologico" e si presenta come la controparte pronta a difendere gli interessi economici e tutelare i cittadini, non sta dicendo le cose come stanno. Se non si inverte la rotta, se non si contrasta efficacemente il cambiamento climatico, i suoi effetti metteranno in ginocchio l'intero ecosistema. Modelli economici e stili di vita compresi. L'emergenza climatica riguarda ogni aspetto del nostro abitare il mondo e se la classe politica dirigente non lo dice chiaramente è un problema. Strizzare l'occhio al negazionismo climatico è un problema, soprattuto se a farlo è chi dovrebbe attuare le politiche per tagliare le emissioni.

"L'era del riscaldamento globale è finita, l'era dell'ebollizione globale è arrivata", ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, sottolineando che arrivati a questo punto non siano più accettabili scuse di alcun tipo o esitazione. Insomma, l'apocalisse climatica non è una trovata delle nuove generazioni, come parte della classe politica continua a suggerire: è più vicina di quanto pensiamo.

Salvini è il vice-presidente del Consiglio di un Paese del G7, un Paese che ha preso impegni precisi con gli accordi di Parigi e ha ratificato il protocollo di Kyoto. Da parte sua un approccio riduttivo, che accusa in lungo e in largo di ideologia omettendo dati e report scientifici, non è accettabile.

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A Fanpage.it sono vice capoarea della sezione Politica. Mi appassiona scrivere di battaglie di genere e lotta alle diseguaglianze. Dalla redazione romana, provo a raccontare la quotidianità politica di sempre con parole nuove.
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