Così Matteo Renzi è passato dal #senzadime al #purchéconme
Appunti sparsi di una fase politica che non riesce nemmeno di fronte all'obbrobrio di questi giorni a comunicare decentemente e soprattutto ad avere una visione di futuro che si qualcosa di più dell'impaurita e impacciata paura di arrivare almeno fino a domani: sono bastati pochi giorni dalla furbata di Salvini (che manda tutto all'aria per i suoi interessi di bottega) e lì fuori tutti gli altri si danno un gran da fare per invertire i concetti e le narrazioni come se nulla fosse, tutto e il contrario di tutto nel giro di poche ore, senza nemmeno un'ombra di pentimento, di scuse e di spiegazioni.
C'è il Movimento 5 Stelle con i suoi eletti, gli stessi che ironizzavano sul pericolo di fascismo di ritorno, che ora si ridestano per le parole di Salvini e i suoi "pieni poteri" come se non fosse più immondo quel Decreto Sicurezza che hanno votato con clamore e convinzione. Sono innamorati che sono stati traditi e che strepitano alla luna senza senno pretendendo che gli elettori siano sentimentalmente solidali: perfino Grillo, quello che ci spiegava che "il Movimento 5 Stelle è l'unico argine al ritorno del razzismo", non si mette in discussione per avere fatto da taxi (anche senza mare) di Salvini verso il successo. Nessun dubbio su ciò che si è fatto, nessuna responsabilità da prendersi. Dicono i grillini che è vergognoso che Salvini faccia il Salvini. A posto così. E per cercare di aprire al Partito Democratico il massimo sforzo è quello di dichiarare che dopo Salvini sono "pronti a allearsi con tutti, anche con Belzebù", tanto per usare buona dialettica.
A proposito del Partito Democratico: da quelle parti si vive una vera e propria schizofrenia (strano, eh?) che vede i gladiatori del #senzadinoi (che si sono gustati i pop-corn mentre questo governo sdoganava gli istinti peggiori) lanciarsi nell'iniziativa di un governo che dovrebbe fare le peggiori cose (come una legge di bilancio che dovrà essere lacrime e sangue) pur di non dovere andare a casa e probabilmente per avere l'opportunità di fare il proprio partito. Anche in questo caso sfugge il ragionamento politico che dovrebbe stare dietro a questo repentino cambiamento (a meno che non si voglia credere che davvero il taglio dei parlamentari sia una priorità di questi parlamentari preoccupati solo della propria sopravvivenza) e nessun cenno di pentimento per gli errori commessi. Dall'altra parte invece c'è la fazione che per andare contro Renzi si augurava un accordo con i grillini fin dal primo minuto e che ora per andare contro Renzi non vogliono nessun accordo con loro. Un capolavoro di grette vendette personali.
In tutto questo ovviamente nemmeno uno straccio di visione che sia, se non lunga, almeno non monca. Nessuno che provi a fare politica con un respiro ampio e un po' di coraggio. E la soddisfazione di regalare a Salvini, ancora di più, una campagna elettorale che rischia di essere già scritta.