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Cos’è successo nel Movimento 5 stelle, la rottura definitiva tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo

Lo scontro personale e politico tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo è arrivato a un punto di non ritorno. Il contratto del comico genovese, che gli garantiva 300mila euro all’anno per le attività di sostegno alla comunicazione del M5s, non sarà rinnovato. È il culmine di divisioni diventate evidenti già da mesi.
A cura di Luca Pons
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Lo scontro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, dopo mesi di tensioni esplicite, sembra essere arrivato a un punto di non ritorno. Inaspettatamente, tramite un'anticipazione di un libro di Bruno Vespa, l'ex presidente del Consiglio ha fatto capire che non intende più rinnovare il contratto da 300mila euro all'anno che lega Grillo al Movimento 5 stelle, e che andrà in scadenza nei prossimi mesi. Insomma non un ‘licenziamento' immediato, ma comunque un passo decisivo: quando il contratto scadrà, le strade del comico genovese e del Movimento che ha contribuito a fondare si separeranno, dal punto di vista legale.

Stando a quanto riportato da diversi retroscena, Grillo sarebbe stato colpito più dallo strumento di questo annuncio – un libro di Vespa, appunto – che dal contenuto. Infatti, era chiaro da tempo che il rapporto tra i due fosse diventato ingestibile. O "incrinato in maniera irreversibile", come ha detto Conte. Dopo un periodo iniziale di ‘pace' tra i vertici del M5s, probabilmente dovuto anche al contratto in questione, a partire almeno da questa estate gli attacchi del comico erano stati costanti.

Il contratto, come ha spiegato Conte, compensava Grillo per le sue attività di comunicazione, mirate a ‘rafforzare' il M5s. In sostanza, il suo supporto esplicito (o almeno implicito) per il Movimento sotto la guida dall'ex premier. Il contratto non regolava, invece, il ruolo di Grillo come garante. Eppure, ha affermato Conte, nel tempo Grillo ha iniziato una attività di "controcomunicazione" e di vero e proprio "sabotaggio", che di fatto "fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale".

D'altra parte, gli attacchi del comico sono stati decisi e sempre più frequenti nel tempo. Dopo le scorse elezioni europee, ha sottolineato che aveva preso "più voti Berlusconi da morto che Conte da vivo" e detto che forse il M5s non esisteva più. L'annuncio dell'Assemblea costituente del Movimento, con cui Conte intende cambiare alcune delle colonne portanti del partito, ha precipitato le cose.

Da lì infatti è partito uno scontro che ha messo al centro soprattutto tre aspetti: il nome del Movimento, il suo simbolo, e il limite di due mandati per i suoi rappresentanti. Tre aspetti su cui Grillo ha imposto di non intervenire, e su cui invece Conte ha fatto resistenza, affermando che l'Assemblea sarebbe stata libera di cambiarli, in quanto espressione democratica della base. Le tensioni sono passate anche da un'intervista di Conte a Fanpage.it, e progressivamente il dibattito si è spostato da questi tre argomenti al ruolo di Grillo in sé. In quanto garante del Movimento, aveva davvero il potere di bloccare le decisioni sul nome, sul simbolo o su altri argomenti?

Così, si è passati allo scontro legale, che potrebbe ancora andare avanti nel tempo, basandosi su vari cavilli nei documenti ufficiali che regolano le posizioni dei due: cosa dice lo Statuto del Movimento, cosa dice il contratto di Grillo. Ma al di là di un eventuale scontro in sede civile, è sembrato evidente che a livello politico e personale la distanza fosse ormai troppo grande. Dopo alcune settimane di silenzio, in cui lo scontro sembrava essersi temporaneamente composto, è arrivato l'annuncio di Conte. Un annuncio che, come fonti M5s hanno confermato, non significa un'immediata rottura e la rescissione del contratto, ma va comunque in quella direzione.

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