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Quando entra in vigore la legge che vieta la carne coltivata e perché l’Ue darà il suo parere

La legge contro la carne coltivata è stata approvata dal Parlamento il 16 novembre, e solo oggi il presidente della Repubblica l’ha firmata. Il testo entrerà presto in vigore. Nel frattempo si aspetta anche l’approvazione della Commissione europea, dato che è una norma che riguarda il mercato unico dell’Ue. Resta da vedere, quindi, se Bruxelles avrà delle critiche da fare.
A cura di Luca Pons
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Aggiornamento: il testo della proposta di legge sulla carne coltivata è stato promulgato dal presidente della Repubblica, che l'ha firmato oggi nel primo pomeriggio. Il testo sarà così pubblicato in Gazzetta ufficiale ed entrerà ufficialmente in vigore. Nel frattempo la legge è stata notificata alla Commissione europea, e il governo Meloni si è impegnato a modificarla se ci fossero osservazioni da parte di Bruxelles.

Il Parlamento ha approvato la legge che vieta la produzione e la vendita di carne coltivata il 16 novembre, oltre due settimane fa. Il testo è stato inviato al Quirinale solo oggi. L'ultimo passaggio per l'entrata in vigore, infatti, è la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e poi la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Ma c'è ancora un ostacolo: il via libera dell'Unione europea.

La legge sulla carne coltivata, infatti, riguarda il mercato unico dell'Ue dato che si parla di vietare la vendita e la produzione di un alimento. Con questa norma l'Italia vieta una cosa che al momento in Europa non c'è ancora – non si vende e non si mangia in nessun Paese membro – e su cui non ci sono norme europee precise. A prescindere da questo aspetto, quando si parla di mercato unico si deve avviare la cosiddetta procedura Tris: la Commissione europea analizza il testo della legge per verificare che non vada contro le norme già concordate in materia di mercato unico. La procedura è stata avviata e potrebbe portare a richiedere modifiche della legge, anche se questa è stata promulgata e presto entrerà in vigore in Italia.

Il governo Meloni ha già inviato il testo a Bruxelles, ma per il momento non è ancora arrivata una risposta. Nel frattempo, comunque, il testo è passato a Sergio Mattarella per la firma definitiva, la pubblicazione e l'entrata in vigore. Un'entrata in vigore che comunque, nell'immediato, avrà ben pochi effetti concreti.

L'Italia aveva già inviato la notifica della legge all'Unione europea: lo aveva fatto a luglio, e l'Ue avrebbe potuto svolgere una verifica preliminare per accelerare i tempi. A ottobre, però, la notifica era stata ritirata creando il sospetto che il governo temesse una bocciatura. Il ministro Lollobrigida aveva smentito queste voci: "È stata ritirata la notifica all’Ue, per rispetto nei confronti del lavoro del nostro Parlamento", cioè per dare più libertà a Camera e Senato di fare modifiche al testo e poter poi inviare la legge definitiva a Bruxelles. Tuttavia, di solito le notifiche servono proprio per dare occasione alla Commissione europea di fare delle osservazioni mentre la legge è ancora in via di approvazione, in modo da poter intervenire in tempo.

Anche in Aula il ministro aveva difeso la legge, dicendo che che non ci sono gli estremi perché la Commissione europea faccia partire una procedura d'infrazione: "Attiveremo ogni azione utile a difendere in Europa le scelte del Parlamento italiano, poiché non c'è un solo valido motivo perché le Istituzioni europee possano decidere di contestare provvedimenti che garantiscono la tutela della salute dei cittadini e che salvaguardano l'economia". Resta da vedere se anche l'Ue sarà della stessa opinione.

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