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Cos’è questa storia che l’Ue vorrebbe vietare il fumo di sigarette elettroniche all’aperto

La Commissione Ue ha proposto di rivedere la raccomandazione del 2009 – che non è vincolante per gli Stati membri – includendo nella lista dei divieti anche le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, ed estendendoli a determinate aree all’aperto.
A cura di Giulia Casula
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Aggiornare la lista dei divieti di fumo, includendovi le sigarette elettroniche, ed estenderli anche a determinate aree all'aperto. È questa l'idea del Commissione europea che a settembre ha proposto di rivedere la raccomandazione del Consiglio relativa agli ambienti senza fumo. 

L'obiettivo è chiaro: proteggere dagli effetti del fumo passivo,  contrastare la dipendenza dalle sigarette e scoraggiare all'uso del tabacco, per cui ogni anno – ricorda l'Ue – almeno 700mila persone perdono la vita. 

Va precisato subito, a scanso di equivoci, che quella del 2009 è una raccomandazione, che a differenza dei regolamenti e delle direttive europee, non è vincolante per gli Stati membri. E infatti oggi, la questione viene regolamentata da ciascun Paese con la propria legislazione, che può essere anche molto diversa a seconda della portata e del raggio di applicazione del divieto.

Ad esempio – fa notare la Commissione – Irlanda, Grecia, Bulgaria, Malta, Spagna e Ungheria impongono regole piuttosto rigide in materia, vietando in maniera assoluta il fumo negli spazi pubblici chiusi, con poche eccezioni.

La raccomandazione del Consiglio sugli ambienti senza fumo esortava i paesi dell'Ue a scrivere delle leggi per tutelare i cittadini dall'esposizione involontaria al fumo nei posti pubblici al chiuso e nei mezzi di trasporto e a lavorare a interventi per disincentivare l'uso delle sigarette, ad esempio attraverso le avvertenze o le immagini sui pacchetti riguardanti i rischi associati al consumo.

Ora Bruxelles invita i Paesi membri ad includere anche le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato nelle politiche antifumo previste dalla raccomandazione e ad applicarle i divieti anche in determinati luoghi all'aperto. Tra questi, i parchi, i parchi divertimento, le piscine, le fermate dei mezzi di trasporto e gli edifici pubblici. 

A tal proposito, l'Ue ricorda che "circa il 9% di tutti i casi di malattie cardiovascolari e oltre il 2% dei decessi per cause cardiovascolari in Europa sono dovuti all'esposizione al fumo passivo".

Nelle intenzioni di Bruxelles, quindi, ci sarebbe la volontà di creare "entro il 2040, una "generazione libera dal tabacco", nella quale meno del 5% della popolazione consumerà tabacco", si legge.

E gli effetti di politiche simili sono evidenti. "I decessi e altri indicatori sanitari (come gli infarti nella popolazione in generale e il miglioramento della salute respiratoria) sono migliorati grazie agli ambienti senza fumo", prosegue la Commissione. La revisione inoltre, "incoraggia gli Stati membri a scambiarsi le migliori pratiche e a rafforzare la cooperazione internazionale per massimizzare l'impatto delle misure adottate in tutta l'Unione europea".

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