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Cos’è questa storia che la Germania vorrebbe rimandare migliaia di migranti in Italia

La Germania ha deciso di aumentare “i rimpatri nell’ambito degli accordi di Dublino”. È una mossa che interessa anche l’Italia: negli ultimi due anni, circa 20mila persone migranti che erano arrivate in Italia si sono poi spostate in Germania senza essere respinte. Ora, una settimana dopo l’attentato di Solingen, e a due giorni dalle elezioni in Turingia e Sassonia che potrebbero vedere una vittoria dell’AfD, il governo Scholz è tornato a insistere sulla questione.
A cura di Luca Pons
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La Germania vorrebbe riattivare le procedure previste dall'accordo di Dublino sulle migrazioni, che l'Italia aveva sospeso a fine 2022 perché i suoi centri di accoglienza erano troppo pieni. Questo potrebbe significare un'accelerata dei respingimenti in Italia, con oltre 20mila persone migranti che sono arrivate in Germania dal nostro Paese negli ultimi due anni.

È da tempo che la Germania spinge per tornare alle regole di Dublino, ma il dibattito si è riacceso a livello pubblico soprattutto dopo l'attentato di Solingen, in cui tre persone sono state uccise: il presunto colpevole è Issa al-Hasan, 26enne siriano, che avrebbe già dovuto essere espulso dal Paese. In risposta, il governo di Olaf Scholz ha annunciato una stretta sulla sicurezza e sull'immigrazione. Domenica, in più, si terranno le elezioni regionali in Sassonia e Turingia, dove il partito di estrema destra AfD è in testa ai sondaggi: un consenso che si è guadagnato anche spingendo su politiche anti-migranti.

Quante persone migranti sono andate dall'Italia in Germania e cosa può succedere ora

Il regolamento di Dublino, che si applica dal 2014, prevede che una persona migrante debba essere accolta nel primo Paese europeo in cui arriva, e che lì si svolgano tutte le procedure per la richiesta d'asilo. Se, nel frattempo, la persona si sposta in un altro Stato, deve essere respinta e riportata indietro.

Alla fine del 2022 l'Italia aveva sospeso questa parte del regolamento con la Germania: "Il 5 e 7 dicembre 2022, il ministero dell'Interno italiano ci ha informato che i trasferimenti ai sensi del Regolamento Dublino III non possono essere accettati per il momento", aveva poi spiegato il portavoce del ministero dell'Interno tedesco. "Il motivo è che la capacità dei centri di accoglienza è insufficiente a causa dell'elevato numero di arrivi in Italia".

Da allora oltre 20mila persone sono andate in Germania dopo essere giunte in Italia come Paese di "primo approdo". Berlino ha fatto sapere che sono arrivate 15.479 persone nel 2023 e 6.031 nei primi sei mesi del 2024. Queste persone, se si ritornasse alle regole in vigore fino al 2022, potrebbero essere respinte in Italia.

L'intenzione italiana sarebbe quella di non cambiare la situazione fino al 2026, quando entrerà in vigore il nuovo sistema europeo di asilo. Tuttavia, il ministero dell'Interno tedesco ha fatto sapere che "il governo federale è in contatto con gli altri partner europei a vari livelli per quanto riguarda la ripresa della procedura di Dublino con l'Italia". Contatti che chiaramente sono partiti ben prima dell'attentato di Solingen, ma che ora sono tornati al centro dell'attenzione pubblica. Il ministero ha ricordato anche che è compito della Commissione europea verificare "il rispetto del diritto europeo negli Stati membri" e "la sua attuazione", ha ricordato il ministero.

Il cambio di linea è stato riassunto dal portavoce del cancelliere Scholz, Steffen Hebestreit: "Negli anni 2010 si diceva che i Paesi che hanno la sfortuna di trovarsi su un confine esterno sono lasciati soli con la sfida dei rifugiati", quindi "per risolvere la questione insieme si è concordato un meccanismo di solidarietà". Poi però "la Germania ha accolto più di un milione e seicento mila rifugiati nel 2014 e nel 2015, abbiamo offerto protezione a oltre un milione di ucraini, e accogliamo oltre a duecento-trecentomila rifugiati provenienti da altri Paesi". Insomma, ha concluso, "non credo che qualcuno possa negare che la Germania stia facendo la sua parte".

Cosa c'entra l'attentato a Solingen

Come detto, il dibattito in Germania sulle questioni di sicurezza e immigrazione si è riacceso dopo l'attentato di Solingen avvenuto una settimana fa. L'uomo che ha confessato di aver accoltellato le vittime, Issa al-Hasan, secondo quanto riportato dai media tedeschi era arrivato in Germania a dicembre del 2022. La sua richiesta di asilo non era stata accolta oppure erano scaduti i termini per verificare il suo diritto d'asilo, su questo ci sono versioni discordanti: in entrambi i casi, al-Hasan avrebbe dovuto essere rimandato nel Paese di primo arrivo in Europa, cioè la Bulgaria. Ma questo non è avvenuto.

Il ministro della Giustizia Marco Buschmann ha commentato: "Al presunto attentatore di Solingen era stato intimato di lasciare la Germania ma non l’ha fatto. Per questo tutti ora concordiamo sull’estrema necessità di rivedere la nostra politica migratoria". Pur riconoscendo che le limitazioni "non dissuaderanno i possibili terroristi dal compiere i loro attacchi", per il governo ora "è fondamentale creare una solida base giuridica per dare alle forze di polizia poteri più ampi in tema di controlli". Come detto, si tratta di proposte che esistevano anche prima dell'attentato, ma che hanno avuto un'accelerata dopo la strage.

Le altre novità annunciate dal governo tedesco

Le iniziative annunciate dall'esecutivo di Scholz e presentate nei giorni scorsi in una conferenza stampa vanno ben oltre i respingimenti verso i Paesi europei, inclusa l'Italia. Per quanto riguarda i cosiddetti ‘dublinanti', cioè proprio quelle persone migranti che arrivano in un Paese europeo ma poi si spostano in altro (contravvenendo al regolamento di Dublino), la ministra dell'Interno Nancy Faeser ha detto che se i Paesi di primo approdo "hanno già consentito all'ammissione", allora in Germania "i sussidi dovrebbero essere cancellati" per queste persone.

"Chi non ha diritto di stare da noi se ne deve andare e velocemente. A breve i sussidi saranno tagliati e i rimpatri nell’ambito degli accordi di Dublino aumentati. I rifugiati entrati in Germania attraverso un altro paese Ue vedranno i loro benefici drasticamente ridotti", ha riassunto la ministra.

Si prevedono anche procedure più rapide per l'espulsione, cosa che il governo ha cercato di mettere subito in atto: proprio oggi sono partiti 28 rimpatri dalla Germania verso l'Afghanistan, i primi dall'agosto del 2021, quando nel Paese tornarono al potere i talebani. L'accelerata dei rimpatri verso il Paese era stata promessa a giugno, dopo la morte di un poliziotto accoltellato da un 25enne afghano.

Il governo tedesco ha affermato che i 28 rimpatriati erano tutti stati condannate per dei reati (senza specificare quali) ed erano soggetti a ordini di espulsione: "Date le condizioni notoriamente difficili, la Germania ha chiesto sostegno ai principali partner regionali per rendere possibile il rimpatrio. Gli interessi di sicurezza della Germania superano chiaramente gli interessi di protezione dei criminali e delle persone pericolose", ha affermato l'esecutivo.

Le elezioni regionali in cui l'AfD va verso la vittoria

Ad aggiungere pressione politica – e, forse, anche a spingere il governo a risposte immediate e pubbliche – c'è il fatto che il caso è scoppiato a pochi giorni dalle elezioni regionali in Sassonia e Turingia. Qui tutti i sondaggi registrano che in testa ai consensi c'è Alternative für Deutschland, partito di estrema destra più volte coinvolto in casi e scandali legati alla sfera neonazista. Già alle ultime elezioni europee, AfD ha ottenuto un ottimo risultato, superando anche la Spd del cancelliere Scholz. Negli ultimi anni, la sua crescita esponenziale è stata legata anche alle dure posizioni anti-migranti, islamofobe e razziste.

"Abbiamo bisogno di una riforma radicale di tutte le politiche migratorie in Germania ed in Europa", ha scritto sui social la leader di AfD, Alice Weidel. D'altra parte, al primo posto alle europee è arrivato un altro partito di opposizione, il Cdu-Csu che fu di Angela Merkel. Anche in questo caso, la segreteria del partito si è mossa per chiedere interventi duri dopo l'attentato, dicendosi solo in parte soddisfatta dalle mosse del governo: "Senza la nostra pressione il pacchetto-migranti di Scholz non sarebbe stato così efficace. Dopo l’attentato di Solingen il nostro segretario ha preteso dalla coalizione semaforo un’inversione di rotta rispetto alle politiche precedenti".

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