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Cos’è l’Usaid, perché Trump la vuole smantellare e quali sono le accuse della destra contro l’agenzia

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avviato una campagna di smantellamento contro USAID, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, che da oltre sessant’anni gestisce i finanziamenti per progetti umanitari e di cooperazione in tutto il mondo. Se il Congresso approverà il piano di Trump, USAID potrebbe presto cessare di esistere, lasciando milioni di persone senza il sostegno di cui dipendono per sopravvivere.
A cura di Francesca Moriero
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Dall'inizio del suo secondo mandato, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avviato una campagna di smantellamento contro USAID, l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, ente federale che da oltre sessant'anni gestisce i finanziamenti per progetti umanitari e di cooperazione in tutto il mondo.

Con un ordine esecutivo, Trump ha congelato per 90 giorni tutti gli aiuti internazionali, in attesa di una revisione sui fondi erogati e costringendo l'Agenzia a interrompere molte delle sue attività. La destra americana ha accusato l'Agenzia di finanziare progetti in contrasto con gli interessi nazionali, sostenendo politiche progressiste in paesi stranieri. Questa decisione ha sollevato forti critiche da parte del partito democratico e dalle organizzazioni umanitarie che l'hanno dichiarata "illegale", denunciano il rischio di una crisi globale in settori chiave come sanità, istruzione e sostegno ai paesi in difficoltà, che rappresenterebbe anche un danno per gli interessi degli Stati Uniti.

Cos'è l'USAID e perché l'Agenzia USA per lo sviluppo internazionale è importante

Fondata nel 1961 sotto la presidenza di John F. Kennedy, USAID è nata per coordinare e gestire gli aiuti statunitensi a livello internazionale, con l'obiettivo di rafforzare l'impegno degli Stati Uniti nel sostenere la stabilità globale. L'agenzia ha operato in oltre 130 paesi, finanziando programmi di sviluppo, emergenza sanitaria e assistenza umanitaria: solo nel 2023, USAID ha distribuito circa 45 miliardi di dollari in aiuti, con un'attenzione particolare all'Ucraina, all'Africa subsahariana e al Medio Oriente. Ha poi svolto un ruolo fondamentale nel contrasto all'HIV/AIDS, nelle risposte alle emergenze sanitarie, inclusa la pandemia da Covid-19, e nel finanziamento di progetti educativi e agricoli in paesi colpiti da conflitti o disastri naturali.

Le accuse della destra all'USAID: "Uno strumento della sinistra globale"

Negli ultimi anni, USAID è diventata bersaglio di critiche da parte della destra americana, che l'ha accusata di finanziare progetti in contrasto con gli interessi nazionali. Secondo i repubblicani, l'agenzia avrebbe sostenuto politiche progressiste in paesi stranieri, finanziando organizzazioni legate ai diritti LGBTQ+, alla giustizia climatica e alla libertà di stampa in regimi ostili agli Stati Uniti. Negli ultimi giorni, l'attacco all'agenzia si è fatto più diretto: Elon Musk, consigliere di Trump e capo del Dipartimento per l'Efficienza Governativa (DOGE), incaricato di ridurre la spesa pubblica, ha definito USAID "un'organizzazione corrotta" che "sostiene politiche di estrema sinistra in tutto il mondo". Non solo, secondo Musk, i fondi destinati agli aiuti internazionali dovrebbero essere utilizzati per rafforzare l'economia interna degli Stati Uniti.

A replicare subito Bernie Sanders che sul suo profilo X (ex Twitter) ha scritto: "Elon Musk l'uomo più ricco del mondo, sta smantellando l'USAID, che nutre i bambini più poveri del mondo. Questa è oligarchia, nella sua forma peggiore". 

A rincarare la dose è stato Trump, che ha accusato l'agenzia di essere gestita da "pazzi radicali" e ha annunciato una revisione totale della sua struttura. Così lunedì scorso, 3 febbraio 2025, diversi dipendenti di USAID sono stati messi in congedo forzato, mentre il segretario di Stato Marco Rubio è invece stato nominato direttore ad interim per supervisionare la riorganizzazione.

Le conseguenze della chiusura

La sospensione dei fondi ha già avuto effetti devastanti: in Africa subsahariana, per esempio, dove nel 2024 USAID aveva stanziato ben sei miliardi e mezzo di dollari, numerosi programmi sanitari sono stati chiusi. In Etiopia, cinquemila operatori sanitari sono stati licenziati per mancanza di finanziamenti, mentre nella Repubblica Democratica del Congo milioni di sfollati hanno perso l'accesso a cibo, acqua e cure mediche.

Anche il settore giornalistico è stato colpito: USAID finanziava infatti diversi media indipendenti in paesi con governi autoritari; oggi un noto consorzio di giornalismo investigativo Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP) e il sito ungherese Átlátszó, tra gli ultimi rimasti liberi nel paese, rischiano la chiusura.

Cosa succederà all'USAID: il futuro dell'agenzia

La repentina decisione della Casa Bianca ha aperto immediatamente un dibattito internazionale: l'Unione Europea sta valutando infatti se intervenire per colmare il vuoto lasciato dagli Stati Uniti, ma il suo bilancio per la cooperazione internazionale è già vincolato a piani settennali e difficilmente potrà compensare la perdita dei fondi americani. Nel frattempo, Trump ha ribadito la sua volontà di eliminare definitivamente l'agenzia: il sito web di USAID è già stato rimosso e sostituito da una pagina del Dipartimento di Stato. Molti funzionari temono che lo smantellamento dell'ente sia solo il primo passo verso una più ampia revisione del ruolo degli Stati Uniti nella politica internazionale. Secondo Politico ad attivarsi per colmare le lacune lasciate nei Paesi in difficoltà e in via di sviluppo da USAID, ci sarebbe la Cina.

A ogni modo, se il Congresso approverà il piano di Trump, USAID, che per oltre sessant'anni è stata uno dei pilastri della politica estera americana, potrebbe presto cessare di esistere, lasciando milioni di persone senza il sostegno di cui dipendono per sopravvivere.

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