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Cos’è lo Ius Scholae, cosa prevede e quali sono le posizioni dei partiti sulla riforma della cittadinanza

Lo Ius scholae, letteralmente “diritto di scuola”, è una possibile riforma sulla cittadinanza che lega la cittadinanza italiana al compimento di un ciclo (o più) di studi in Italia. In queste settimane è molto discusso perché da Forza Italia e Antonio Tajani è arrivata un’apertura, mentre Lega e FdI sono decisamente contrari.
A cura di Luca Pons
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Nella maggioranza si avvicina una possibile spaccatura: quella sulla riforma della legge per la cittadinanza. Lo Ius scholae  ("diritto di scuola") è una proposta che permetterebbe di diventare italiano a chi completa almeno un ciclo di studi (alcuni propongono che siano due cicli di studi) in Italia. Se approvato, lo Ius scholae andrebbe a sostituire la norma in vigore, che risale al 1992 e fa sì che possa essere cittadino chi ha almeno un genitore italiano: il cosiddetto Ius sanguinis ("diritto di sangue"). Oggi, chi nasce in Italia da genitori stranieri può chiedere la cittadinanza solo una volta diventato maggiorenne, se per anni ha risieduto in Italia per anni senza interruzioni. Il motivo per cui lo Ius scholae è la riforma più discussa in questi giorni è che a sostenerla non c'è solo l'opposizione: anche Forza Italia si è detta favorevole, scatenando la reazione di Lega e Fratelli d'Italia.

Cos'è lo Ius Scholae

Lo Ius scholae, in linea generale, è il principio per cui può diventare cittadino italiano chiunque abbia completato almeno un ciclo di studi in Italia. I dettagli, poi, variano a seconda delle proposte di legge specifiche. In particolare, un ddl del Pd a prima firma di Paolo Ciani prevede che possono diventare cittadini i bambini che risiedono in Italia e fanno tutte le elementari qui. Per chi arriva dopo i 12 anni, invece, sarebbe necessario raggiungere il diploma di scuola superiore.

Al contrario, Forza Italia ha parlato di riconoscere la cittadinanza dopo due cicli di studi. Questo significherebbe di fatto avere la cittadinanza solo dopo aver concluso la scuola dell'obbligo, quindi a 16 anni. La differenza a livello di età sarebbe piuttosto ridotta rispetto alla legge attuale (che pone il limite a 18 anni), ma si parlerebbe comunque di Ius scholae perché il criterio principale per ottenere la cittadinanza italiana sarebbe comunque aver frequentato la scuola italiana, e non la nascita o il fatto di avere un parente italiano.

Vale la pena di ricordare che lo Ius scholae è più stringente di un'altra riforma richiesta dalla sinistra, quella dello Ius soli. Questa infatti permetterebbe di ottenere la cittadinanza italiana a chiunque nasca in Italia, con alcuni requisiti aggiuntivi. Il Pd e Avs sostengono ancora questa proposta, ma sia il Movimento 5 stelle che Forza Italia si sono detti contrari. Perciò, al momento il dibattito politico si concentra sullo Ius scholae.

Come si acquisterebbe la cittadinanza italiana con lo Ius Scholae

Come detto, le regole specifiche dipendono dal disegno di legge: il fatto che diversi partiti dicano di essere "a favore dello Ius scholae" non significa che tutti abbiano in mente la stessa proposta. In particolare, come detto, un ddl del Partito democratico richiederebbe un solo ciclo di studi per ottenere la cittadinanza, quindi i bambini potrebbero averla dopo aver completato le elementari. Forza Italia invece ha parlato di due cicli, quindi si arriverebbe a dover finire la seconda superiore.

Sugli effetti della riforma si possono fare solo delle stime. Immaginando che la cittadinanza italiana possa scattare dopo un solo ciclo di studi, nel primo anno dopo l'approvazione della riforma ci potrebbero essere circa 310mila nuovi cittadini. Se invece la cittadinanza potesse andare solo a chi ha completato le elementari e le medie, si parlerebbe di 222mila giovani italiani in più. Sarà il dibattito in Parlamento a stabilire innanzitutto se la riforma si farà, e poi quali saranno gli eventuali requisiti richiesti.

La posizione di Forza Italia sullo Ius Scholae

Come detto, di Ius scholae si parla così tanto proprio perché da parte del partito di Antonio Tajani è arrivata un'apertura a discutere sul tema, dicendo che anche Silvio Berlusconi era favorevole allo Ius scholae e che il Paese è pronto a cambiare le norme sulla cittadinanza: "Io non impongo niente a nessuno, ma non voglio neanche che nessuno imponga qualcosa a me, quindi sono libero di parlare". La posizione di Forza Italia ha portato le opposizioni a pensare che la riforma si possa fare davvero. Tajani ha comunque chiarito: "Io ho tanti difetti, ma certamente la lealtà è uno dei pochissimi pregi che ho. Sono sempre stato leale al centrodestra, dal 1994 ad oggi. Quindi da questo punto di vista il governo può dormire sonni tranquilli per quanto riguarda Forza Italia".

Le critiche di Lega e FdI a Tajani

In FI, la linea di Tajani ha riscosso approvazione. Dagli alleati del centrodestra, invece, è arrivato lo stop. La riforma della cittadinanza "non è una priorità, non è nell'agenda di governo. Legge che funziona non si cambia", ha dichiarato Matteo Salvini, per poi chiosare: "Penso di escludere che Forza Italia voti col Pd e con i 5 Stelle su temi legati all'immigrazione".

Il leghista Stefano Candiani ha chiuso: "Ius scholae o Ius soli poco cambia. Se una questione non è negli accordi di maggioranza, non è che si è liberi di votare contro la propria maggioranza, come sostegno alcuni in Forza Italia". Per Fratelli d'Italia, il deputato Francesco Filini ha commentato: "Non è nel programma del centrodestra, quindi non portiamo avanti il programma della sinistra", mentre il senatore Raffaele Speranzon ha ricordato la proposta leghista per eliminare il limite dei due mandati ai presidenti di Regione: "Non era nel programma del centrodestra ma una volta che abbiamo letto la proposta, abbiamo detto la nostra. Qui aspettiamo una proposta di legge".

A queste critiche ha risposto lo stesso Tajani: "Lo Ius scholae non è parte del programma di governo, quindi noi possiamo esprimere il nostro giudizio, ne parleremo anche con i nostri alleati, ma abbiamo la nostra opinione, come ci sono altri punti che non sono nel programma di governo che vengono sottolineati da altri alleati. Però non è che perché un tema non è nel programma di governo non se ne può parlare".

La linea dell'opposizione sulla riforma della cittadinanza

Fino alla riapertura del Parlamento, nei primi giorni di settembre, le posizioni dei partiti sono destinate a restare solamente sulla carta. Oltre a Forza Italia, tutti gli schieramenti di opposizione si sono detti favorevoli allo Ius scholae. Con questi numeri, una proposta di legge potrebbe effettivamente passare. Ma resta da vedere se al momento del voto FI rischierà davvero di aprire una spaccatura nella maggioranza. O se invece il tema della cittadinanza sarà usato come ‘pedina di scambio' con il resto del centrodestra, per ottenere più spazio su altri dossier.

Alla Camera attualmente è depositata una proposta del Pd, a prima firma di Paolo Ciani. Questa include anche lo Ius scholae, e potrebbe essere uno dei testi di partenza per il dibattito. Nel frattempo, è possibile che le opposizioni presentino una mozione alla Camera chiedendo al governo di intervenire: così si porterebbe subito la questione a un voto, anche se senza effetti concreti, e si obbligherebbe FI a prendere posizione. Si potrà lavorare insieme "se non è una boutade agostana e se loro fanno sul serio", ha affermato il senatore del Pd Alessandro Alfieri.

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