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Cos’è la ricetta elettronica, che riguarderà quasi tutti i farmaci

Il ministro della Salute Roberto Speranza, in audizione davanti alla commissione Semplificazione, ha detto che il suo dicastero è al lavoro per allargare l’uso delle ricette elettroniche anche alle prestazioni ambulatoriali: “La diffusione della ricetta elettronica  è giunta a un livello di copertura significativamente elevato per l’ambito farmaceutico, assestandosi attorno all’85-90%”:
A cura di Annalisa Cangemi
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"La diffusione della ricetta elettronica  è giunta a un livello di copertura significativamente elevato per l'ambito farmaceutico, assestandosi attorno all'85-90%. Invece inferiore risulta il livello di copertura per le prescrizioni ambulatoriali". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, in audizione davanti alla commissione Semplificazione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva in materia di semplificazione dell'accesso dei cittadini ai servizi erogati dal Servizio sanitario nazionale.

Speranza ha quindi ricordato che "non tutte le prescrizioni che consentono l'accesso alle prestazioni del servizio sanitario nazionale oggi sono state trasferite su ricetta elettronica" e che "è attivo un gruppo di lavoro composto da rappresentanti del Mef, del ministero della Salute e delle Regioni per estendere alle prescrizioni che permangono in modalità cartacea la modalità della ricetta: queste prescrizioni – ha precisato il ministro – riguardano i piani terapeutici, i farmaci in distribuzione diretta, le prestazioni termali, le prescrizioni per l'assistenza integrativa e l'assistenza protesica".

La ricetta elettronica è partita ufficialmente in tutta Italia a marzo 2016. La classica ricetta rossa continua a essere utilizzata invece per alcune particolari categorie di farmaci, come stupefacenti, sostanze psicotrope, medicinali che vanno reperiti presso la farmacia ospedaliera. Secondo il ‘Rapporto 2018 Il monitoraggio della spesa sanitaria della Ragioneria generale dello Stato – ministero dell’Economia e Finanze', un anno fa risultava "in fase di progressiva estensione nelle Regioni" la ricetta elettronica per le prestazioni di specialistica ambulatoriale. Mentre, nello stesso periodo di riferimento, sono state circa 1,6 miliardi le ricette farmaceutiche elettroniche. prescritte a carico del Ssn.

Come funziona la ricetta elettronica

Il primo passaggio lo effettua il medico: tramite il suo computer si collega al ‘Sistema di accoglienza centrale tessera sanitari' (Sac o Sar se il sistema è regionale) e inserisce il proprio numero identificativo, i dati del paziente, il medicinale o le visite richieste, il problema di salute che motiva la richiesta della prestazione, eventuali esenzioni (per reddito o per patologia) e il codice di priorità per le prestazioni di specialistica ambulatoriale che si effettuano per la prima volta.

La ricetta dematerializzata viene caricata nel sistema e identificata con un codice nazionale univoco, cioè il numero di ricetta elettronica (Nre). Il medico fornisce quindi un promemoria cartaceo, stampato su un foglietto bianco in formato A5, da esibire in farmacia per ritirare i medicinali o da mostrare presso la struttura sanitaria per eseguire l'accertamento medico, o presso il Cup (Centro unico di prenotazione). Il promemoria, così come la ricetta rossa, può essere utilizzato solo una volta, entro 30 giorni dalla data di emissione; poi la ricetta viene bloccata dal sistema e il farmaco non è più essere richiesto. Collegandosi al sistema telematico, il farmacista (o il Cup) visualizza la prescrizione digitale mediante il numero di ricetta elettronica e il codice fiscale del paziente. A quel punto può consegnare il farmaco o prenota la prestazione sanitaria necessaria.

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