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Cos’è la no tax area e chi non deve pagare le tasse con la nuova riforma fiscale

La no tax area è una soglia di reddito al di sotto della quale non si paga l’Irpef. Oggi è diversa per dipendenti, pensionati e lavoratori, ma nella riforma fiscale il governo Meloni ha detto che intende portarla allo stesso livello, almeno per i primi due gruppi.
A cura di Luca Pons
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Nella nuova riforma fiscale approvata dal governo Meloni non ci sono solo novità per le aliquote Irpef, la gestione di Ires e Iva e le misure contro l'evasione. Una delle misure previste, inserita nella sezione relativa all'Irpef – cioè la tassa sul reddito che la grande maggioranza degli italiani pagano – è relativa alla cosiddetta no tax area. Un intervento già contenuto nella bozza che circolava prima dell'approvazione definitiva della riforma, per fare ordine nel sistema fiscale.

Cos'è la no tax area

Si intende per no tax area quel reddito che sta al di sotto di una certa soglia, e sul quale non bisogna pagare l'Irpef. Oggi, l'area di esenzione totale dal pagamento dell'Irpef è quella al di sotto degli 8.500 euro all'anno per i pensionati, e quella al di sotto degli 8.174 euro all'anno per i lavoratori dipendenti.

Si parla, quindi, dei pensionati che prendono un assegno da circa 700 euro al mese e dei dipendenti che hanno una busta paga da circa 680 euro in media al mese, senza considerare tredicesime ed eventuali altre aggiunte. Per i lavoratori autonomi invece la soglia è decisamente più bassa: 5.500 euro all'anno. La no tax area è stata prevista per la prima volta nel 2002, e negli anni è stata progressivamente allargata.

Come vuole cambiare la no tax area il governo Meloni

Nel testo della legge approvata dal Consiglio dei ministri non ci sono indicazioni dettagliate per quanto riguarda l'area di esenzione totale dall'Irpef. Trattandosi di una legge delega, infatti, la norma contiene solamente le linee guida che il governo dovrà mettere in pratica nei prossimi due anni.

Per quanto riguarda la no tax area, già il comunicato diffuso dopo la riunione del Consiglio dei ministri aveva chiarito l'intenzione: trovare "una unica fascia di esenzione fiscale e di un medesimo onere impositivo a prescindere dalle diverse categorie di reddito prodotto, privilegiando, in particolare, l’equiparazione tra i redditi di lavoro dipendente e i redditi di pensione". Ovvero, il governo ha deciso di semplificare la no tax area fissando un'unica soglia.

In particolare, specifica il testo, si pensa di portare pensionati e dipendenti allo stesso livello. Oggi la differenza, come visto, è di alcune centinaia di euro all'anno tra le due categorie. Se poi questa equiparazione dovesse allargarsi ancora (come suggerisce il comunicato, che parla di una sola no tax area "a prescindere dalle diverse categorie di reddito"), allora ne beneficerebbero anche i lavoratori autonomi. Per adesso, comunque, la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un post sui social ha chiarito che la priorità sono dipendenti e pensionati.

Nel suo discorso al congresso della Cgil, Meloni ha anche specificato che la nuova soglia fissata per la no tax area dovrebbe diventare pari a quella più alta attualmente prevista, cioè quella dei pensionati. È confermato, quindi, che per i pensionati non dovrebbe cambiare nulla mentre per i lavoratori dipendenti la no tax area dovrebbe alzarsi dagli attuali 8.174 euro a 8.500 euro all'anno di reddito dichiarato.

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