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Cos’è il reddito d’infanzia, il nuovo bonus da 400 euro al mese proposto da Fratelli d’Italia

Il reddito d’infanzia è un bonus che porterebbe ai genitori 400 euro al mese per i primi sei anni del bambino, ma solo per il secondo figlio. Con un requisito di reddito piuttosto alto, il problema della misura proposta da Fratelli d’Italia sarebbe trovare i fondi necessari.
A cura di Luca Pons
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Un reddito d'infanzia da 400 euro al mese per i primi sei anni di vita del proprio secondo figlio. Questa è la proposta contenuta in un disegno di legge depositato da Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, insieme ad altre misure che puntano a favorire la natalità come delle agevolazioni fiscali e il passaggio al quoziente familiare nel prelievo Irpef. Il ddl è stato assegnato alla commissione Affari sociali già a fine maggio, e da allora è fermo. Dato che proprio il calo delle nascite sarà tra le priorità del governo nella prossima manovra, però, la norma potrebbe tornare al centro delle attenzioni della maggioranza, anche se è improbabile che il reddito d'infanzia finirà nella legge di bilancio.

L'importo del reddito d'infanzia e chi lo può ottenere

Si tratterebbe, sostanzialmente, di un bonus secondo figlio – una misura già discussa dal governo in più occasioni – che vorrebbe spingere le famiglie che hanno già un bambino a non fermarsi, sapendo di poter contare su un supporto economico di partenza. Complessivamente, trattandosi di 400 euro al mese per sei anni, si parlerebbe di 28mila euro in tutto per ogni bambino.

Nella proposta di Foti, poi, l'erogazione non si fermerebbe. Si passerebbe al cosiddetto assegno di gioventù, che erogherebbe 250 euro al mese dai 7 ai 25 anni di età. Facendo i conti, sarebbero altri 21mila euro a ragazzo. La misura prevede anche che l'importo sia aumentato se i beneficiari sono nuclei familiari monogenitoriali – con un genitore single o che comunque è l'unica persona ad avere i figli a carico – oppure se i figli hanno delle disabilità.

I requisiti da rispettare per il bonus e il problema delle risorse

Il requisito di reddito, nel testo della proposta di legge, è piuttosto ampio: la misura andrebbe a tutti i nuclei familiari che hanno un reddito fino alla soglia dei 90mila euro all'anno. Questo, unito all'importo piuttosto ampio del bonus – che diventerebbe una sorta di Assegno unico e universale rivolto però solamente ai secondi figli – fa pensare che la misura difficilmente potrà resistere in questa forma. Se la maggioranza decidesse di puntare sulla proposta, sarà compito del Parlamento intervenire per trovare le risorse economiche necessarie, oppure rivedere i criteri di reddito e le cifre dell'assegno in modo più stringente.

Al momento, infatti, lo stanziamento che si può potenzialmente dedicare a un bonus secondo figlio è proprio quello avanzato dall'Assegno unico e universale. A inizio anno il governo aveva stanziato 18 miliardi di euro per la misura di sostegno alle famiglie con figli, ma la previsione è che a fine anno la somma effettivamente erogata sarà tra 16,5 e i 17 miliardi. Questo lascerebbe un margine di manovra tra il miliardo e il miliardo e mezzo di euro.

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