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Cos’è il nuovo Ecobonus inserito dal governo Meloni nel Pnrr e perché è diverso dal Superbonus

Al Pnrr si aggiunge il capitolo del RePowerEu, che vale quasi venti miliardi di cui la metà saranno destinati ai nuovi bonus per l’efficentamento energetico: tra questi c’è anche l’Ecobonus, il nuovo Superbonus edilizio del governo Meloni.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'Italia avrà un nuovo Superbonus. Sarà meno costoso, dedicato solo ad alcune fasce della popolazione e si chiamerà Ecobonus. Si tratta comunque di un'agevolazione edilizia per ristrutturare la propria abitazione, inserita nella revisione del Pnrr effettuata dal governo Meloni e presentata ieri dal ministro Fitto. Tra le novità c'è il Piano RePowerEu, che vale poco meno di venti miliardi di euro totali e che diventa, di fatto, un aggiunta al Pnrr originale. "Uno dei punti più qualificanti del Piano REPowerEU riguarda l'Ecobonus – si legge nella cartella distribuita ieri dal ministro alla stampa – dedicata espressamente alle abitazioni private".

Fino a qui sembra una riedizione del Superbonus, che il centrodestra ha ostacolato e poi cancellato dopo mesi di discussioni. Le differenze con l'Ecobonus vengono spiegate ancora dal governo: "La misura andrà in supporto delle famiglie a basso reddito, in passato rimaste escluse dagli interventi di efficientamento delle abitazioni – si legge nella sintesi – e si basa sulle consuete detrazioni fiscali, ma, a differenza del passato, con vincoli stringenti che le renderanno disponibili solo alle fasce a basso reddito".

Insomma, la misura – che peserà per quattro miliardi di euro, praticamente un quarto dell'intero RePower – sarà destinata esclusivamente ai redditi bassi, con una soglia ancora da definire. Il modello per usufruire dell'agevolazione, invece, sarà quello delle detrazioni fiscali. Per il resto non ci sono molte altre differenze: l'obiettivo è lo stesso, ovvero permettere la ristrutturazione della propria abitazione per venire incontro ai nuovi standard di risparmio energetico. Tra l'altro resta un tema di grande attualità a livello europeo, perché anche se è vero che il percorso della direttiva sulle case green procede a rilento, prima o poi l'Italia dovrà adeguarsi agli standard che vuole l'Unione europea. E sono moltissime le abitazioni che non li soddisfano (e non ci sono neanche vicine).

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