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Cos’è il maxi-bonus da 5500 euro per i deputati per acquistare smartphone, cuffiette, tablet e pc

I deputati potranno acquistare oggetti tecnologici come “dotazioni d’ufficio”, con un rimborso fino a 5.500 euro. Il maxi-bonus è più che raddoppiato rispetto alla scorsa legislatura.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Può sembrare un vero e proprio regalo di Natale in anticipo, che però riceveranno solamente 400 persone in tutta Italia: i componenti della Camera dei deputati. Un maxi-bonus da 5.500 euro per acquistare smartphone, tablet, cuffiette, computer. Insomma, più o meno qualsiasi articolo tecnologico che possa essere utilizzato per lavoro. La formula è quella del cashback e il via libera è arrivato lo scorso 24 novembre. Un mese prima della vigilia di Natale e – il caso vuole, per pura ma curiosa coincidenza – il giorno prima dell'attesissimo Black friday. Bisogna capire, però, di cosa stiamo parlando.

Si tratta di un buono sotto forma di rimborso, che può arrivare fino a 5.500 euro a deputato. È stato approvato da una delibera del Collegio dei questori della Camera – composto da Paolo Trancassini di Fratelli d'Italia, Alessandro Manuel Benvenuto della Lega e Filippo Scerra del Movimento 5 Stelle – la scorsa settimana e serve a finanziare le "dotazioni d'ufficio" a disposizione dei parlamentari.

La scorsa legislatura – secondo quanto ricostruito da Repubblica – il bonus fu di meno della metà dell'importo: 2.500 euro che, sotto la guida dell'ex presidente Roberto Fico, furono anche soggetti a un controllo serrato rispetto alle presenze in Aula degli stessi deputati. Ora, invece, sono saltati tutti i paletti per poter accedere al maxi-bonus, che in questo caso cade giusto giusto a Natale.

Il costo totale potenziale è di 2,2 milioni di euro, e la lista delle dotazioni rimborsabili è farcita della migliore tecnologia sul mercato: smartphone, computer portatili, tablet, cuffiette e monitor. Esclusi dai 5.500 euro c'è anche la dotazione di cancelleria con il marchio della Camera dei deputati. E i controlli? Li svolgeranno direttamente i questori. Insomma, resterà tutto interno.

Filippo Scerra, però, non ci sta. Il deputato del Movimento 5 Stelle, che della lotta alla casta e ai privilegi ha fatto un tema identitario, ha voluto dare la sua spiegazione sui social. In sintesi, secondo il questore della Camera, si tratta di una riorganizzazione delle spese informatiche e di cancelleria che permetterà allo Stato di risparmiare sul totale di questi benefit. E conclude rivolgendosi a chi insiste sulla reale utilità di questi bonus, a prescindere dall'importo che resta comunque molto elevato: "Non so se sia corretto eliminarle, ma ricordo che il sottoscritto è in minoranza nel collegio dei Questori e che le decisioni si prendono in maniera collegiale dopo una discussione interna. Il sottoscritto da solo non è in grado di prendere decisioni o deliberare".

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