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Cos’è il fringe benefit, a chi spetta e perché può essere considerato una tredicesima aggiuntiva

Il decreto Aiuti quater alza la soglia per i fringe benefit aziendali da 600 euro a 3mila euro all’anno. Considerando che la misura sarà in vigore fino al 31 dicembre, questa sorta di “bonus bollette” diventa simile a una tredicesima aggiuntiva, da dedicare alle utenze domestiche.
A cura di Luca Pons
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Il fringe benefit – una forma di bonus non tassato – che un'azienda può erogare passa da 600 a 3mila euro e diventa, potenzialmente, una sorta ‘mensilità in più' per i dipendenti delle imprese private. Nel nuovo decreto Aiuti quater, presentato oggi dal governo Meloni, si prevede una norma che alza ulteriormente la soglia dei fringe benefit che un dipendente può ricevere.

"Questo consentirà entro il 31 di dicembre ai datori di lavoro di poter intervenire per poter sostenere lavoratori e lavoratrice attribuendo loro delle somme a ristoro delle spese per l'energia e altre utenze domestiche", commenta la ministra del Lavoro Marina Calderone. Il cosiddetto fringe benefit potrà essere erogato fino a fine anno dalle aziende private.

"Questo consente di sostenere anche le integrazioni alle tredicesime mensilità che possono aiutare concretamente le famiglie", continua la ministra. Infatti, alzando la soglia a 3mila euro per un periodo relativamente breve, cioè fino al 31 dicembre, il governo permette alle aziende di distribuire una quantità di denaro che si avvicina a una o più mensilità aggiuntive per i dipendenti, che potrà essere dedicata interamente al pagamento delle bollette.

Cos'è il fringe benefit e chi può ottenere il bonus fino a 3000 euro

Il governo Draghi aveva già alzato la soglia di questi "bonus" da 258,23 euro all'anno a 600, con il decreto Aiuti bis, aggiungendo anche il pagamento delle utenze domestiche (acqua, gas e luce) alle finalità per cui si poteva erogare il fringe benefit. In questo modo, per la prima volta i dipendenti potevano ricevere fino a 600 in un anno er pagare le bollette. Ora, e fino alla fine del 2022, la cifra è aumentata a 3mila euro.

Il fringe benefit è una sorta di bonus che un'azienda può riconoscere ai propri dipendenti: non viene tassato né per le aziende, che lo deducono dal proprio reddito imponibile, né per i dipendenti. A erogarlo possono essere solamente le aziende del settore privato. Per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, quindi, la novità introdotta dal governo non ha effetti. Lo possono ricevere anche coloro che hanno un reddito assimilato a quello da lavoro dipendente.

Con i 3mila euro di fringe benefit si possono pagare le utenze domestiche – acqua, luce e gas – ma anche le utenze che sono intestate al condominio e vengono divise tra i condòmini, come ad esempio acqua o riscaldamento, e quelle che sono intestate al proprietario di casa ma che vengono pagate dall'inquilino – o dal suo coniuge o familiari – in modo analitico (quindi proporzionale alla spesa) e non forfetario.

Come richiedere il fringe benefit

Per le aziende non è obbligatorio erogare il fringe benefit, ma se il datore di lavoro sceglie di farlo deve acquisire le fatture delle bollette pagate dal dipendente. Oppure, in alternativa, può bastare una autocertificazione in cui si indicano informazioni come il numero di utenza, l'importo pagato, le modalità di pagamento e la data.

Per evitare che per le stesse bollette venga richiesto a più datori di lavoro il fringe benefit, è responsabilità proprio dei datori di lavoro richiedere anche un documento apposito: una dichiarazione che dice esplicitamente che le fatture indicate non sono state già usate per richiedere altri rimborsi.

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