Cos’è il Fondo sovrano europeo di cui ha parlato Giorgia Meloni e perché l’Europa ci sta lavorando
Dopo aver incontrato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, Giorgia Meloni ha detto che l'Europa "deve proteggere le sue imprese e deve farlo con coraggio", cosa che per l'Italia significa "soprattutto flessibilità sui fondi esistenti". La presidente del Consiglio italiana ha parlato della necessità di creare un Fondo sovrano europeo. "È una materia su cui non sarà facile accordarsi subito a 27", ha detto, "ma per noi è importante che si vada in quella direzione e si dica che si intende andare in quella direzione".
‘Fondo sovrano europeo' è un termine non ufficiale, ma Meloni non è stata la prima a usarlo. È stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che a fine 2022 ha iniziato a parlare della possibilità di creare dei meccanismi comuni nell'Unione europea per sostenere le imprese nella transizione ecologica.
Un fondo comune per aiutare le imprese europee, anche nella transizione ecologica
Sostanzialmente, il Fondo sovrano europeo sarebbe questo: uno strumento per aiutare gli Stati membri dell'Ue a tutelare le imprese e raggiungere gli obiettivi del Next generation Eu (da cui viene finanziato il Pnrr italiano) e del Green new deal europeo, che punta a contrastare la crisi climatica. Non c'è ancora una linea ufficiale, ma è possibile che un fondo di questo tipo raccoglierebbe le risorse a disposizione dell'Unione europea e, come avvenuto per il Pnrr, queste verrebbero distribuite tra i Paesi membri.
Il motivo per cui un fondo come questo è interessante, specialmente per alcuni Paesi, è che permetterebbe ai governi europei di portare avanti una politica industriale green utilizzando fondi dell'Ue. L'alternativa, cioè usare soldi nazionali, per i Paesi che hanno già un debito pubblico elevato sarebbe quasi impossibile.
Per questo, oggi Meloni ha sottolineato che l'Europa deve assicurare "parità di condizioni per tutti gli Stati membri": i fondi devono essere europei, per non favorire chi ha i conti a posto, come la Germania e altri Stati membri. Non a caso, il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha commentato che "dal punto di vista del governo tedesco" non c'è bisogno "di alcuna eccessiva estensione delle sovvenzioni nell'Ue", né c'è bisogno di "nuovi strumenti di finanziamento da parte dell’Ue e di nuovi debiti comuni".
Gentiloni, Michel e Von der Leyen concordano: è la risposta europea agli Stati Uniti
Al momento, il Fondo sovrano europeo è solo un progetto. Ne ha parlato oggi Paolo Gentiloni, commissario europeo all'Economia: "Presenteremo più dettagli nostro piano industriale green mercoledì", ha detto, aggiungendo che la Commissione sta "valutando come adattare in modo mirato le norme sugli aiuti di Stato, per sostenere gli investimenti nelle tecnologie pulite". Gentiloni ha parlato esplicitamente di "strumenti comuni" come "un nuovo Fondo sovrano europeo".
Anche lo stesso Charles Michel che Giorgia Meloni ha incontrato oggi si è espresso a favore di un "Fondo sovrano europeo", in un editoriale pubblicato dalla rivista Politico alcune settimane fa. Lo scopo, ha detto Michel, sarebbe di "investire in progetti nuovi e strategici negli ambiti dell'energia green, della tecnologia digitale e della difesa".
Tra i motivi che hanno spinto l'Unione europea ad accelerare sull'ipotesi di un Fondo sovrano europeo, che porterebbe a una politica industriale più condivisa e a forti investimenti in settori come la transizione ecologica e il digitale, c'è l'Inflation reduction Act approvato l'anno scorso dagli Stati Uniti. La legge prevede importanti sussidi per ampliare, tra le altre cose, il settore dell'industria green nel Paese. Ma in questo modo, tutelando le aziende Usa, rischia di rendere le imprese europee poco competitive.
Perciò l'Ue potrebbe essere spinta adesso a lavorare su una norma simile. Al forum di Davos, che si è tenuto a metà gennaio, Ursula von der Leyen ha parlato della necessità di "una nuova legge sull'industria a zero emissioni", che possa "concentrare gli investimenti su progetti strategici" e "favorire i settori cruciali per il raggiungimento del net zero", come "l'eolico, le pompe di calore, il solare, l'idrogeno pulito, lo stoccaggio e altri ancora".