Cos’è il docente esperto istituito dal decreto Aiuti bis e perché non piace ai sindacati
Il governo ha varato ieri il decreto Aiuti bis, con diverse misure economiche di sostegno a famiglie e imprese, rifinanziamenti e alcune novità assolute. Tra queste c'è il docente esperto, che è un premio personale alla carriera, in sostanza. La figura professionale arriverà nelle scuole italiane nei prossimi anni, ma è già scoppiata la polemica. I sindacati protestano e l'opposizione al governo Draghi si fa sentire.
Stiamo parlando di una novità di carriera che arriverà nelle scuole italiane a partire dall'anno 2023/2024, ma che non mostrerà effetti reali prima di dieci anni: il docente esperto guadagnerà 5.650 euro in più all'anno sotto forma di "assegno annuale ad personam". Parliamo di circa 400 euro in più al mese rispetto ai colleghi.
I professori esperti non potranno essere più di ottomila l'anno, e saranno selezionati tra i docenti di ruolo che "abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili". I tre percorsi formativi dovrebbero durare tre anni l'uno. Perciò prima di nove anni non si può essere promossi a docenti esperti.
Quanto alle mansioni, invece, non cambierà assolutamente nulla. Il docente esperto dovrà semplicemente restare nella stessa scuola per tre anni, ma non cambierà tipologia di lavoro rispetto agli altri colleghi, né avrà incarichi aggiuntivi.
La misura strutturata come un premio personale alla carriera ha fatto arrabbiare non poco i sindacati: "Il governo trova nuove risorse per finanziare la figura del docente esperto, un meccanismo selettivo dei prof che riguarderà solo 8mila lavoratori all'anno e che la categoria ha già bocciato con lo sciopero generale del 30 maggio scorso – è la critica che arriva dai segretari generali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda Unams e Snals Confsal – Si trovano i soldi per tutto tranne che per il rinnovo del contratto nazionale. Vogliamo lo stralcio del provvedimento delle misure che riguardano la scuola, che vanno riportate a materia contrattuale, individuando le risorse per chiudere il negoziato per il contratto di un milione di persone".