Cos’è il Cin per gli affitti brevi e cosa rischia chi non lo espone
Per gli affitti brevi arriva il Cin, che non è un buon augurio – almeno in questo caso – ma un numero da esporre obbligatoriamente, pena una multa da migliaia di euro. La novità è stata inserita nel decreto Anticipi, con emendamento appena approvato in commissione Bilancio al Senato – dove il testo è da giorni in discussione e sta raccogliendo tante micronorme che normalmente entrano in manovra alla fine dell'anno, ma per via della blindatura a doppia mandata del governo Meloni sono finite nel dl collegato – ed entrata in vigore con l'approvazione del provvedimento. Insomma, oltre alla proroga dello smart working, ai 5 milioni in più per il bonus psicologo e all'azzeramento dell'Iva per le operazioni di chirurgia estetica, arriva anche il Codice identificativo nazionale.
Il Cin sarà obbligatorio per gli affitti turistici o affitti brevi e viene introdotto con l'emendamento al decreto Anticipi. Per chi non lo espone o non lo possiede proprio, il rischio è una sanzione economica che può arrivare fino a ottomila euro. All'emendamento approvato dalla commissione in Senato si aggiunge anche un subemendamento, che è passato solo in parte, a prima firma della senatrice Licia Ronzulli di Forza Italia (ex capogruppo a Palazzo Madama, diventata recentemente vicepresidente del Senato nella staffetta con Maurizio Gasparri).
Il subemendamento approvato prevede l'obbligo di dotare l'immobile affittato dei requisiti di sicurezza come estintori e rilevatori di gas, che però spetterà solo ai locatori "che gestiscono nelle forme imprenditoriali". Nella stessa modifica al testo avanzata da Ronzulli, c'era anche un altra proposta che però non è passata: destinare le eventuali maggiori entrate dall'emersione dal nero al Fondo per la riduzione delle tasse, che perciò resteranno nelle casse dell'erario senza alcun legame di utilizzo.