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Cos’è e cosa prevede la riforma del turismo della ministra Santanchè

Ieri il governo ha approvato il Piano strategico del turismo, che la ministra Santanchè ha definito “rivoluzionario”: tra le altre cose c’è anche l’istituzione dell’ordine professionale delle guide.
A cura di Tommaso Coluzzi
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È arrivata la rivoluzione nel turismo, annunciata dalla ministra Santanchè in una nota al termine del Cdm di ieri pomeriggio. Un piano lungo, frutto di una "visione industriale" da attuare in stretto rapporto con le Regioni. "Una rivoluzione che passa anche per la riforma delle guide turistiche approvata oggi nel Consiglio dei ministri che, attesa da oltre dieci anni, è frutto di una concertazione proficua ed efficace con le parti interessate – ha detto ieri sera Santanchè – Una grande soddisfazione per una professione centrale per il settore, che merita di essere difesa dagli abusivi".

Santanchè si riferisce al piano strategico 2023-2027, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi:

Il documento formalizza la visione industriale del settore, basata su obiettivi, cronoprogramma e misurazione dei risultati, snodandosi lungo cinque pilastri strategici: governance, innovazione, qualità e inclusione, formazione e carriere professionali turistiche, sostenibilità. La metodologia di realizzazione del Piano strategico del turismo ruota intorno a tre elementi fondamentali: il ruolo delle Regioni, nell’ambito di un modello permanente e condiviso di governance e monitoraggio Stato-Regioni; il ruolo del Tourism Digital Hub, ossia la piattaforma web multicanale dedicata alla gestione integrata e unitaria di tutta l’offerta turistico-ricettiva nazionale; il ruolo della comunicazione, in un’ottica partecipativa e condivisa con i portatori d’interesse. Sarà anche attivato un sistema di ascolto dei territori per raccogliere le progettualità che provengono dalle realtà locali.

Oltre a questo piano, è stato approvato un disegno di legge che introduce la professione di guida turistica. L'obiettivo è creare un ordine professionale, come esiste per tante altre categorie di lavoratori, per garantire uno standard di omogeneità su tutto il territorio nazionale. La misura prevede:

  • il superamento di un esame di abilitazione nazionale come requisito per l’esercizio della professione di guida turistica, indetto dal ministero del Turismo con cadenza almeno annuale, consistente in una prova scritta, una orale e una tecnico-pratica;
  • l’istituzione di un elenco nazionale delle guide turistiche, l’iscrizione al quale è condizione necessaria per svolgere l’attività di guida turistica (fatti salvi coloro i quali esercitano la professione su base temporanea e occasionale o coloro che svolgono visite straordinarie e gratuite presso siti non qualificabili come istituti e luoghi della cultura aperti al pubblico);
  • l’attribuzione di uno specifico codice Ateco, da parte dell’Istat, per definire una specifica classificazione delle attività inerenti alla professione di guida turistica;
  • la possibilità, per le guide turistiche, di conseguire ulteriori specializzazioni tematiche e territoriali e l’obbligo di aggiornamento professionale;
  • le sanzioni da applicare in caso di esercizio abusivo della professione e di avvalimento di soggetti non iscritti nell’elenco nazionale per lo svolgimento di visite guidate.

Durante lo stesso Cdm è arrivato anche il via libera al decreto attuativo per la "mappatura e la trasparenza dei regimi concessori di beni pubblici": le concessioni balneari. È stato un iter lunghissimo, considerando che la delega era stata approvata per la prima volta dal governo Draghi. Spiega ancora Chigi:

Al fine di promuovere la massima pubblicità e trasparenza dei principali dati e delle informazioni relativi alle concessioni di beni pubblici, il decreto dispone la costituzione di un sistema informativo di rilevazione delle concessioni, denominato SICONBEP e garantisce il coordinamento e l’interoperabilità con gli altri sistemi informativi esistenti in materia. La rilevazione comprende tutti i beni appartenenti al demanio e al patrimonio indisponibile di cui agli articoli 822 e seguenti del Codice Civile che formano oggetto di atti, contratti e convenzioni che comportano l’attribuzione a soggetti privati o pubblici dell’utilizzo in via esclusiva di tali beni.

Insomma, nessuna messa a bando per ora. Si procede solo con una mappatura. La scadenza è stata rinviata alla fine del 2024, ma l'Europa attende da vent'anni e tornerà presto a bussare alle porte del governo italiano.

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