Cosa vuole fare il governo Meloni per bloccare l’aumento dell’età pensionabile

Il governo italiano ha annunciato l'intenzione di fermare l'incremento dell'età pensionabile che sarebbe dovuto entrare in vigore dal 2027, sulla base dell'adeguamento legato all'aumento dell'aspettativa di vita. A confermarlo è stato il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, che ha spiegato come l'esecutivo intenda mantenere invariati i requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni e per la pensione anticipata, fissando la soglia dei contributi necessari a 42 anni e 10 mesi, indipendentemente dall'età.
Il futuro aumento dell'età pensionabile e la decisione del governo
Dal 2027, in base alla normativa vigente, l'età pensionabile avrebbe dovuto aumentare di tre mesi, arrivando a 67 anni e tre mesi, mentre la pensione anticipata sarebbe stata concessa a chi avesse versato almeno 43 anni e un mese di contributi (42 anni e un mese per le donne). Questo aumento sarebbe legato all'incremento della speranza di vita, che l'Istat ha rilevato essere aumentata, portando i dati a un valore mai registrato prima. L'incremento della speranza di vita a 65 anni ha raggiunto i 21,2 anni, segnando un aumento significativo rispetto al passato; il governo ha tuttavia deciso di intervenire per fermare questo aumento automatico, con l'obiettivo di mantenere l'età pensionabile a 67 anni, come attualmente stabilito, senza aggiungere quindi ulteriori mesi di lavoro per i cittadini. Il governo Meloni ha chiarito la sua posizione: non ci sarà alcun aumento, e il contributo previsto per la pensione anticipata rimarrà invariato. L'incremento dell'età pensionabile resta però un tema politico estremamente delicato: la decisione di bloccare l'aumento potrebbe portare infatti ad accese discussioni anche all'interno delle forze politiche, come è stato sottolineato da esponenti del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, che chiedono a gran voce chiarimenti e azioni concrete.
Come vengono calcolati gli aumenti dell'età pensionabile
L'adeguamento dell'età pensionabile è legato all'andamento della speranza di vita a 65 anni; nel caso specifico, il biennio 2023-2024 ha visto un aumento di circa sette mesi rispetto al periodo precedente, ma tale incremento è stato parzialmente compensato dal calo verificatosi durante la pandemia. La combinazione di questi fattori ha così portato a una crescita netta di tre mesi, che, secondo la normativa attuale, dovrebbe essere applicata dal 2027. La decisione finale, ad ogni modo, spetta al ministero dell'Economia, che dovrà ora emettere un decreto entro la fine del 2025 per ufficializzare l'adeguamento, se ritenuto necessario. In alternativa, l'esecutivo potrebbe anche decidere di sospendere tale aumento, come dichiarato dallo stesso Durigon.
Le reazioni politiche e il dibattito in corso
La proposta del governo di bloccare l'aumento ha suscitato, come detto, reazioni contrastanti: da un lato, la Cgil ha espresso soddisfazione per questa decisione, ritenendo che l'ulteriore incremento dell'età pensionabile avrebbe rappresentato un onere eccessivo per i lavoratori. Dall'altro, diversi esponenti politici dell'opposizione hanno sollevato dubbi sulla tempestività delle promesse fatte dal governo e sull'effettiva attuazione di un piano che rispetti le aspettative dei cittadini. Anche tra le forze di maggioranza non mancano le divergenze, con alcuni partiti che chiedono un intervento più chiaro per evitare che l'aumento dell'età pensionabile possa mettere a rischio la sicurezza economica dei lavoratori più anziani. In definitiva, la questione dell'età pensionabile resta al centro del dibattito politico, con il governo che si prepara a intervenire per evitare l'innalzamento dei requisiti, mentre si attendono sviluppi concreti per capire come e quando il decreto ministeriale verrà finalmente adottato.