Cosa succederà alle ville di Silvio Berlusconi dopo l’apertura del testamento
Silvio Berlusconi nel corso della sua vita ha accumulato moltissimo – barche, azioni finanziarie, auto -, inclusa anche una grande quantità di immobili, sia di sua diretta proprietà che tramite varie società immobiliari. Non solo cinque appartamenti a Milano, ma anche diverse ville: da quella più nota di San Martino ad Arcore, a una villa con terreno ad Antigua, una nelle Bermuda, e poi ancora a Cannes, a Roma e in Brianza. Ora che si pone la questione del suo testamento, c'è anche la domanda di cosa ne sarà di queste ville. Al momento si stima che il costo per mantenerle sia di dieci milioni di euro all'anno. Perciò, alcune potrebbero essere vendute, mentre altre hanno un destino diverso.
Arcore può diventare un museo, la villa nelle Antigue è inutilizzata
Prima di tutte, e probabilmente la più nota e quella a cui Berlusconi era più legato, è Villa San Martino ad Arcore. Per questa, il progetto è circolato già negli scorsi giorni: c'è l'idea di trasformarla in una sorta di museo, dedicato proprio alla vita di Berlusconi. Secondo quanto riportato, si potrebbe partire – in futuro – con delle piccole visite private per poi espandere l'accesso. La visita comprenderebbe non solo gli spazi della casa, ovviamente, ma anche una serie di cimeli ancora da raccogliere.
Ci sono poi due proprietà ad Antigua, una villa con terreno annesso, e la villa Blue Horizon alle Bermuda. Entrambe vengono utilizzate poco, da quanto risulta, anche se nel 2013 era emerso che la Blue Horizon fosse in godimento a Marina Berlusconi. In ogni caso, per affrontare un taglio delle spese legate agli immobili di famiglia queste due proprietà potrebbero essere vendute. Al contrario, è più probabile che venga mantenuta Villa La Lampara a Cannes. Si trova, infatti, non troppo distante da un'altra villa di proprietà della stessa Marina Berlusconi, che la frequenta.
Tutte le ville su cui decideranno gli eredi di Berlusconi
Ci sono poi proprietà il cui utilizzo dovrà essere valutato dopo l'apertura del testamento, con il tempo. Ad esempio Villa Belvedere a Macherio, in provincia di Monza e Brianza, comprata nel 1988 e in cui visse per diverso tempo Veronica Lario prima del divorzio. Ma anche Villa Campari, a Lesa, sul lago Maggiore, acquistata nel 2008 e poi usata spesso da Berlusconi. Ancora: in Sardegna (a Porto Rotondo) Villa Certosa, dove venne scattata la foto di Berlusconi con una bandana accanto al primo ministro britannico Tony Blair, e Villa Tattilo. Entrambe sono di proprietà della società Immobiliare Idra, che fa capo a Berlusconi.
C'è poi Villa Due Palme a Lampedusa, comprata nel 2011 nel pieno della polemica sugli arrivi di persone migranti. "Devo diventare lampedusano", disse Berlusconi annunciando l'acquisto. Ci è entrato poi per la prima volta nel 2019, dopo i restauri. È un'incognita anche il destino di Villa Gernetto, a Gerno, in provincia di Monza e Brianza: comprata nel 2007 tramite la società Fininvest Sviluppi immobiliari, avrebbe dovuto diventare la sede di una sorta di spazio di formazione politica di Forza Italia, poi mai realizzata. E lo stesso vale per Villa Grande sull'Appia antica, a Roma, nota anche come Villa Zeffirell: il regista Franco Zeffirelli ci visse fino alla morte, nel 2019, in comodato d'uso gratuito, poi divenne la residenza romana di Berlusconi.