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Cosa succede ora che le Elezioni europee sono finite: la tabella di marcia del nuovo Parlamento Ue

Dopo le elezioni europee 2024, arrivano i primi passi della nuova legislatura in Ue: in Parlamento si formeranno i gruppi politici, che nella sessione plenaria del 16-19 luglio eleggeranno il nuovo presidente del Parlamento. Poi toccherà al presidente della Commissione Ue e ai suoi commissari. Ecco il calendario dei prossimi appuntamenti importanti.
A cura di Luca Pons
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Dopo mesi di campagna elettorale, le elezioni europee 2024 sono arrivate e hanno dato il loro risultato, sia in Italia, sia negli altri Paesi dell'Ue. Ora che l'appuntamento elettorale è alle spalle, inizia una nuova legislatura europea. Innanzitutto si formerà il nuovo Parlamento europeo, eletto dai cittadini, e al suo interno si comporranno i gruppi politici – dai Popolari ai Conservatori, dai Socialisti ai Verdi. Nella prima plenaria, dal 16 al 19 luglio, bisognerà eleggere il nuovo presidente del Parlamento Ue.

Poi verranno scelti anche i componenti della Commissione europea. Il presidente della Commissione sarà proposto dal Consiglio europeo, cioè i capi di Stato o di governo dei singoli Paesi dell'Ue, e dovrà avere l'approvazione anche dal Parlamento. Poi il nuovo presidente potrà scegliere i suoi commissari (simili a ‘ministri'), uno per Paese. L'intera squadra della nuova Commissione infine dovrà ricevere un ultimo via libera dal Parlamento. Ecco quali saranno le prossime tappe.

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Quando e come si formano i gruppi politici al Parlamento Europeo

Nelle prossime settimane, i 720 nuovi deputati europei costituiranno i gruppi politici del Parlamento Ue. Un gruppo deve essere composto da almeno 23 parlamentari, provenienti da almeno sette Paesi diversi. Nella scorsa legislatura i gruppi erano sette, e al momento sembra probabile che rimangano gli stessi (anche se possono cambiare nel corso della legislatura):

  • Partito popolare europeo (Ppe), che sarà ancora una volta il gruppo più numeroso, con 186 seggi, e di cui fa parte Forza Italia;
  • Socialisti e democratici (S&D), 135 seggi, di cui fa parte anche il Pd, che dovrebbe essere il partito con il maggior numero di eletti con 21;
  • Renew Europe (RE), 79 seggi, ma senza italiani, perché Azione e Stati Uniti d'Europa non hanno passato la soglia di sbarramento;
  • Conservatori e riformisti europei (Ecr), 73 seggi, di cui ben 24 di Fratelli d'Italia;
  • Identità e democrazia (Id), con 58 seggi, di cui 8 della Lega e ben 30 di Rassemblement National di Marine Le Pen;
  • Verdi, con 53 seggi, di cui tre di Europa verde (eletti con Alleanza Verdi-Sinistra)
  • The Left (Gue/Ngl), o la Sinistra, che avrà 36 deputati, a cui si aggiungeranno probabilmente i tre di Sinistra italiana (eletti con Avs)

Questa è la composizione considerando quei parlamentari di cui si conosce già l'appartenenza. C'è poi il gruppi di 45 Non iscritti (NI) e, al momento, ben 55 nuovi eletti che dovranno scegliere a quale gruppo iscriversi. Come detto dunque nelle prossime settimane i gruppi si formeranno in modo più definitivo, e i numeri elencati sopra potranno cambiare.

La formazione dei gruppi sarà un momento fondamentale, perché sui numeri definitivi si formeranno poi le alleanze che guideranno la prossima legislatura europea. Al momento i Popolari, il gruppo più numeroso, ha invitato i Socialisti e Renew Europe a formare un'intesa "pro-europea". S&D si è detto disponibile, ma a patto di far valere il suo peso quando si decideranno i programmi da portare avanti per i prossimi cinque anni. Lo stesso vale per i Verdi.

L'altra condizione messa dai Socialisti è di escludere, in ogni caso, l'estrema destra dei Conservatori e di Id. Da parte sua, la destra cercherà di sfruttare al massimo il successo ottenuto alle urne in molti Paesi europei: anche se non è bastato ad avere una netta maggioranza al Parlamento Ue, ha comunque lanciato un segnale forte.

L'elezione del presidente del Parlamento

La formazione dei gruppi dovrà avvenire entro la prima sessione plenaria del Parlamento europeo, che si terrà dal 16 al 19 luglio a Strasburgo. Qui, i deputati eleggeranno con voto segreto il presidente del Parlamento europeo, che ha un mandato di due anni e mezzo, rinnovabile. Il voto è a maggioranza assoluta, ma se per tre volte non si raggiunge questa soglia, la quarta votazione è un ballottaggio tra i due candidati che hanno preso più voti nella terza.

Al momento, sembra possibile che il Parlamento scelga di confermare l'incarico alla maltese Roberta Metsola, che ha già ricoperto la carica di presidente del Parlamento negli ultimi due anni e mezzo. Metsola è un esponente del Partito popolare europeo, che è rimasto il gruppo più numeroso all'interno dell'Europarlamento.

Chi sceglie il presidente della Commissione europea

Mentre in Parlamento inizia la formazione dei gruppi, altre trattative avranno luogo nel Consiglio europeo. Questo è composto dai capi di Stato o di governo dei ventisette Paesi dell'Ue. Proprio il Consiglio dovrà nominare il nuovo presidente della Commissione europea, l'organo che assomiglia di più a un ‘governo' nel senso tradizionale: c'è un presidente con i suoi commissari che, come ‘ministri', si occupano ciascuno di un tema specifico (Lavoro, Economia…). Tuttavia, le funzioni della Commissione sono diverse da quelle della maggior parte dei governi nazionali.

La nomina viene da un accordo tra i capi di Stato o di governo, quindi, ma tendenzialmente segue le indicazioni arrivate dalle elezioni europee. La prassi politica vuole che il candidato proposto prima delle elezioni dal gruppo che ha preso più voti sia poi nominato presidente. È la cosiddetta logica dello Splitzenkandidat. In questo caso, la candidata del Ppe è Ursula von der Leyen, la presidente uscente della Commissione. Si potrebbe andare verso un suo secondo mandato, dunque, anche se non è garantito che sia così: nel 2019 il Ppe fu il gruppo con il maggior numero di seggi, ma il suo candidato Manfred Weber non ottenne la nomina.

In ogni caso, la persona nominata dal Consiglio come presidente della Commissione deve poi svolgere una dichiarazione davanti al Parlamento europeo e ottenere il sostegno della maggioranza (con voto segreto). Se la maggioranza non c'è, il Consiglio deve nominare un'altra persona. Non c'è una data prefissata per questa votazione, ma potrebbe avvenire nella stessa plenaria del 16-19 luglio, se una nomina sarà già arrivata.

Le audizioni e il voto finale sulla Commissione europea

Dopo la nomina e la conferma del Parlamento, il (o la) presidente della Commissione dovrà scegliere i suoi commissari. Ciascun Paese dell'Ue ha un commissario, e saranno i governi nazionali a indicare chi ricoprirà questo incarico. Il presidente della Commissione assegnerà a ciascun commissario un diverso ambito di competenza. Nel 2019 l'Italia indicò Paolo Gentiloni, che poi fu scelto come commissario all'Economia.

Qui entrerà in gioco nuovamente il Parlamento europeo. I parlamentari, divisi in commissioni (come avviene anche nel Parlamento italiano, una commissione per ciascun tema rilevante), svolgeranno delle audizioni pubbliche sui commissari indicati. Ciascuna commissione ascolterà il commissario della sua ‘area' di competenza. Alla fine delle audizioni, nell'Aula del Parlamento il presidente della Commissione presenterà tutta la sua squadra di commissari e il suo ‘programma' con le priorità per i prossimi cinque anni. I parlamentari voteranno un'ultima volta, a maggioranza, per confermare il sostegno alla Commissione. In caso di esito positivo, i lavori della legislatura inizieranno definitivamente.

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