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Crisi di Governo 2022

Cosa succede oggi al governo Draghi e perché il presidente del Consiglio si dimetterà

Oggi il presidente Draghi si dimetterà, nonostante la fiducia incassata ieri in Senato. La sua maggioranza si è sgretolata, così come il governo. Questa mattina il passaggio alla Camera e in Consiglio dei ministri, poi salirà al Quirinale da Mattarella.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il governo Draghi è al capolinea. Nella giornata di ieri la maggioranza che lo sosteneva si è completamente sgretolata, con un voto di fiducia in Senato surreale a cui più della metà dei parlamentari non ha partecipato. Draghi ha voluto la conta – insieme al Colle – per mettere spalle al muro i partiti e vedere chi, alla fine, si sarebbe assunto le responsabilità di questa crisi di governo. Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle – per motivi diversi e analoghi allo stesso tempo – non hanno partecipato al voto, uscendo nel caso del centrodestra, rimanendo in Aula ma non votanti nel caso dei grillini. Giusto marcare le differenze, il risultato finale è lo stesso.

Il governo ha paradossalmente incassato la fiducia, ma Draghi non potrà far altro che dimettersi oggi. Il presidente del Consiglio non è salito al Quirinale ieri sera in accordo con il Presidente Mattarella. Questa mattina è atteso alle 9.00 alla Camera dove – molto probabilmente – annuncerà le sue dimissioni. Poi non resterà ad ascoltare il dibattito ma riunirà un ultimo Consiglio dei ministri. E questa volta il suo discorso di congedo, a differenza di quello della settimana scorsa, non sarà più ritrattabile. Infine si dirigerà verso il Colle, dove lo aspetta il capo dello Stato.

Dopo le dimissioni di Draghi la palla passerà di nuovo al Quirinale, per la quarta volta in questa legislatura. Il Presidente Mattarella sembra aver già deciso per lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate a ottobre. Le date da cerchiare sul calendario sono il 25 settembre, il 2 ottobre e il 9 ottobre. Devono passare al massimo settanta giorni dallo scioglimento del Parlamento, poi – dopo le elezioni – ci sono venti giorni di tempo per l'insediamento di Camera e Senato. Infine serve altro tempo per la formazione del nuovo governo che – conti alla mano – non sarà in carica prima di fine novembre. Non sembra esserci altra scelta, però, al momento sul tavolo del Presidente della Repubblica.

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