Cosa succede in Liguria dopo le dimissioni di Giovanni Toti e quando saranno le prossime elezioni
Dopo quasi tre mesi passati agli arresti domiciliari, il presidente della Liguria Giovanni Toti ha rassegnato le dimissioni e lasciato l'incarico. In una lunga lettera scritta a mano e diffusa dal suo legale, Toti ha affermato: "Mi assumo tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro". Infatti, la conseguenza più immediata delle dimissioni del presidente di Regione è che dovranno iniziare i preparativi per le elezioni anticipate. E, come previsto dallo Statuto della Regione Liguria, queste dovranno svolgersi entro 90 giorni, su convocazione del presidente ad interim Alessandro Piana. La data limite, quindi, è fissata al fine settimana di domenica 20 e lunedì 21 ottobre 2024. Tra i possibili candidati, in queste ore i più quotati sembrano essere Edoardo Rixi della Lega e Andrea Orlando del Pd, ma tutto è ancora da definire.
Cosa succede in Liguria dopo le dimissioni di Toti da governatore
Anche la Costituzione, all'articolo 126, afferma che "le dimissioni volontarie" del presidente di Regione "comportano le dimissioni della giunta e lo scioglimento del Consiglio". Di fatto, quindi, già da ora il presidente facente funzioni, la giunta ligure e il Consiglio regionale stanno agendo solo in regime straordinario di ‘prorogatio', in attesa che si svolgano le prossime elezioni. Dovranno assicurare la continuità amministrativa della Regione, occupandosi dell'ordinaria amministrazione ed eventualmente di atti urgenti che non possono aspettare.
Sarà proprio il presidente ad interim (che fino a prima dell'arresto era stato il vice di Toti), Alessandro Piana, a convocare le nuove elezioni. Con tutta probabilità lo farà già nelle prossime ore. Come detto, poiché le elezioni devono tenersi entro 90 giorni dal momento delle dimissioni, l'ultimo weekend disponibile è quello che comprende domenica 20 e lunedì 21 ottobre 2024, ma è possibile che si voti anche prima.
Chi sono i possibili candidati alle regionali in Liguria
Mentre la vicenda giudiziaria dell'ormai ex presidente Toti prosegue, tutte le parti politiche si prepareranno quindi al voto anticipato. Per quanto riguarda gli schieramenti, non è ancora chiaro come si posizioneranno i partiti dell'opposizione. Presentare un unico candidato comune, in questo momento, non sembra semplice.
Questa mattina, prima della notizia delle dimissioni, Matteo Renzi ha parlato delle prossime regionali in Liguria (che si sarebbero dovute svolgere nel 2025) e confermato che l'intenzione di Italia viva è "stare insieme" al centrosinistra, senza presentare una propria candidatura. Enrico Costa, deputato di Azione, ha invece criticato sui social l'approccio del ‘campo largo' al caso di Toti: "I partiti del campo largo non vanno d'accordo su nulla, tranne che su un punto: abbattere l'avversario per via giudiziaria. Chi ci si allea condivide questo schema", ha scritto, facendo capire che Azione potrebbe scegliere di non far parte della coalizione.
Al momento non ci sono dichiarazioni ufficiali nemmeno per quanto riguarda i candidati presidente. Ciò che è certo è che, al di là degli sviluppi legali e giudiziari della vicenda, Giovanni Toti non potrebbe comunque correre di nuovo: ha già effettuato due mandati da governatore. Le indiscrezioni di stampa nelle ultime ore parlano di un centrodestra che sarebbe pronto a unirsi attorno al nome del leghista Edoardo Rixi, nato a Genova l'8 giugno 1974, attualmente viceministro delle Infrastrutture e i Trasporti e ‘fedelissimo' di Matteo Salvini (di cui è stato vicesegretario dal 2014 al 2016).
Rixi ha iniziato la sua carriera politica proprio come consigliere comunale del capoluogo ligure, come capogruppo della Lega nord dal 2002 al 2007. È stato anche consigliere regionale della Liguria, assessore regionale allo Sviluppo economico durante la prima giunta Toti e deputato del Carroccio. Nel 2015 avrebbe dovuto candidarsi come presidente di Regione, ma dopo un accordo tra Lega e Forza Italia aveva ritirato la candidatura in favore di Toti.
Per il centrosinistra il nome più quotato sarebbe quello di Andrea Orlando, nato a La Spezia l'8 febbraio 1969, già ministro del Lavoro nel governo Draghi, della Giustizia nei governi Renzi e Gentiloni, dell'Ambiente nel governo Letta. La carriera politica di Orlando è iniziata da giovane con il Pci, è stato consigliere comunale di La Spezia e deputato ininterrottamente dal 2006, prima con l'Ulivo e poi con il Partito democratico. Né Orlando né Rixi, comunque, hanno per ora confermato la loro candidatura.