Cosa succede con il vaccino Johnson & Johnson e la somministrazione agli under 60
La circolare del ministero della Salute degli scorsi giorni vieta la somministrazione del vaccino AstraZeneca a tutte le persone con meno di 60 anni, anche quelle che sono in attesa del richiamo dopo aver ricevuto la prima dose con questo preparato. Nel testo si spiega che questo vaccino va somministrato “solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni”. Inoltre chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca e ha meno di 60 anni avrà come seconda dose Pfizer o Moderna, a 8-12 settimane di distanza dalla prima. C’è, però, un’incognita, riguardante un altro vaccino a vettore virale: Johnson & Johnson. Nella circolare non si prevede alcun obbligo per il vaccino monodose, ma resta la raccomandazione a non somministrarlo sotto i 60 anni, già prevista da mesi. Cosa succederà, quindi, al vaccino Johnson & Johnson? Le Regioni continueranno a somministrarlo agli under 60?
Sileri: non farei vaccino J&J a under 60
Sul tema torna in queste ore il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: “Leggendo bene il parere del Cts, io se fossi uno dei medici vaccinatori, avendo a disposizione altri vaccini, non farei né Astrazeneca né J&J ai più giovani. Abbiamo un numero di dosi di Pfizer e Moderna tale da riuscire a coprire tutta la popolazione”, afferma durante la trasmissione ‘L’imprenditore e gli altri’ su Cusano Italia Tv. Sileri prosegue: “I vaccini a vettore virale, soprattutto Astrazeneca nelle fasce d’età più giovani hanno mostrato dei limiti che sono legati ad una complicanza che, sebbene rarissima, esiste soprattutto nei soggetti più giovani di sesso femminile. Se tu hai altri vaccini disponibili che non hanno questa complicanza e la circolazione del virus è molto più bassa, cerchi di fare delle restrizioni, che valgono per Astrazeneca e anche per J&J”. Un invito, quindi, a non utilizzare le dosi di Johnson & Johnson agli under 60.
Il verbale del Cts sul vaccino Johnson & Johnson
Sileri fa riferimento al verbale del Cts, allegato alla circolare del ministero della Salute, nel quale si parla proprio del vaccino Johnson & Johnson: “Pur tenendo conto delle analogie esistenti tra il vaccino Vaxzevria e il vaccino Janssen, per quanto riguarda sia le piattaforme che la tipologia di eventi tromboembolici riportati nella letteratura, lo stato attuale delle conoscenze (che fanno propendere per un rischio associato all’adenovirus), il numero di poco superiore al milione di dosi a oggi somministrate nel Paese e la rarità, anche in ambito Europeo, delle segnalazioni di VITT a oggi disponibili, non permettono di trarre valutazioni conclusive rispetto al rapporto beneficio/rischio relativo al vaccino Janssen”, si legge. Nel verbale si ricorda anche che il vaccino J&J è “connotato dal vantaggio della singola somministrazione, peculiarità che può risultare di particolare beneficio in determinate categorie di popolazione”. In ogni caso il Cts ribadisce che “il vaccino Janssen viene raccomandato, anche alla luce di quanto definito dalla CTS di AIFA, per soggetti di età superiore ai 60 anni”.
Cosa dicono gli esperti sul vaccino Johnson & Johnson
La discussione sull’utilizzo di Johnson & Johnson si è riaperta in queste ore e sul tema si esprime anche Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Ema e oggi consulente del commissario Figliuolo, in un’intervista a la Repubblica: “Se quelli a vettore virale fossero stati gli unici vaccini disponibili, avrei detto di usarli a tappeto perché comunque il rapporto beneficio-rischio sarebbe stato favorevole. Ma ci sono alternative migliori in questa fase epidemica”. E quindi è meglio riservare anche questo vaccino solo agli over 60, secondo Rasi: “Sì, qualche segnalazione di problemi con quel vaccino c'è stata, ma sono state fatte meno dosi. La frequenza dei casi è più bassa, andrebbe vista quando i dati saranno comparabili”. Dello stesso parere anche Sergio Abrignani, immunologo e componente del Comitato tecnico-scientifico, che ad Agorà, su Rai 3, ribadisce “la raccomandazione del Cts a non utilizzare i vaccini a vettore virale al di sotto dei 60 anni”. Raccomandazione che “vale sia per AstraZeneca sia per Johnson & Johnson”. L’indicazione, quindi, è quella di non somministrare questo vaccino sotto i 60 anni, ma non essendoci alcun divieto le Regioni potrebbero anche decidere di continuare a farlo.