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Cosa succede a Ventimiglia: la Francia aumenta i controlli per respingere i migranti in Italia

Dopo lo scontro diplomatico sulla Ocean Viking, il confine Italia-Francia a Ventimiglia è stato rinforzato con 500 gendarmi francesi. Questa mattina i controlli si sono allentati per i lavoratori frontalieri italiani, ma la linea di Parigi è chiara: continuare a respingere i migranti che mettono piede in Francia.
A cura di Luca Pons
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A Ventimiglia, città di confine tra la Liguria e la regione francese della Provenza-Alpi-Costa azzurra, attraversare la frontiera per raggiungere la Francia è diventato più difficile. Dopo le tensioni tra il governo italiano e quello francese per la questione legata all'accoglienza della nave Ong Ocean Viking, i controlli della polizia francese al confine sono diventati ancora più rigidi.

Già venerdì, il ministro dell'Interno francese Gerald Darmanin aveva annunciato che la Ocean Viking sarebbe stata fatta attraccare a Tolone, ma che la Francia avrebbe sospeso l'accoglienza di 3500 migranti attualmente presenti in Italia e avrebbe rafforzato i controlli al confine, schierando 500 agenti di polizia in più. Due giorni dopo, domenica mattina, i gendarmi francesi hanno iniziato a ispezionare in modo più stringente chi attraversava la frontiera.

Dai controlli visivi attraverso i finestrini fino all'apertura dei bagagliai, domenica sono stati controllati tutti i mezzi che passavano il confine. Le verifiche sono diminuite solo nel pomeriggio. Questa mattina, con il passaggio obbligato di oltre 6mila lavoratori e lavoratrici transfrontalieri, i controlli francesi delle auto si sono allentati. Sono stati ispezionati furgoni, camper e roulotte, mentre le auto per la maggior parte sono state fatte passare.

Roberto Parodi, presidente dell'associazione Frontalieri autonomi di Intemeli, ha spiegato che "dopo quello che è capitato ieri, questa mattina c'è stato un po' di buon senso. C'era il rischio di tornare a controlli e code come ai tempi del Covid. C'è preoccupazione perché la gendarmerie cambia ogni 15 giorni, quindi dovremo vedere come si comporteranno i prossimi".

Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha definito la situazione "intollerabile", una "forzatura da parte delle autorità di polizia francesi, che rischia di pregiudicare ai nostri concittadini la possibilità di raggiungere il posto di lavoro. Una violazione sostanziale del trattato di Schengen, che regola la libera circolazione all'interno dell'Europa".

L'attenzione del governo francese, però, non è rivolta ai lavoratori italiani ma ai migranti che cercano di entrare nel Paese. Ventimiglia è uno dei luoghi principali da cui passano le persone migranti che vogliono arrivare in Francia, e da lì nel resto d'Europa. Nell'ultimo mese, la Caritas della città ha assistito 1200 persone che arrivavano principalmente dal Mediterraneo. Molte di queste poi tentano il passaggio di confine ma, ogni giorno, decine vengono respinte dalla polizia francese.

Si stima che i respingimenti siano stati 24mila nel 2021, e dal 2015 a oggi circa 250mila. Il presidente della Caritas locale, Christian Papini, ha denunciato che "spesso i francesi rimandano indietro dei minori cambiando l'età, rimandano anche indietro delle famiglie". Il vescovo della città ligure, Antonio Suetta, ha detto che la decisione di inasprire i controlli è una "reazione spropositata, non umana e dal punto di vista della solidarietà europea poco leale".

Il governo francese, con il suo portavoce Olivier Véran, ha sottolineato che l'intento di Parigi è denunciare le azioni dell'esecutivo di Giorgia Meloni: "Gli italiani sono i nostri amici, i nostri vicini, i nostri fratelli. L'Italia è il secondo partner commerciale della Francia e ogni giorno ci stanno decine di migliaia di italiani e di francesi che attraversano la frontiera per andare a lavorare gli uni dagli altri. Le nostre famiglie sono profondamente legate, quindi non è certamente il caso di incriminare l'Italia o gli italiani".

"Noi denunciamo una decisione unilaterale, inaccettabile, anti pragmatica, inefficace e ingiusta da parte dell'attuale governo italiano", ha proseguito Véran. Una decisione "che richiede delle risposte europee". Oggi Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano che ha a sua volta definito "sproporzionata" la reazione francese, sarà al Consiglio Affari esteri dell'Unione europea, a Bruxelles.

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