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Cosa succede a Padova e perché la procura ha impugnato gli atti di nascita di decine di bambini

La procura di Padova ha deciso di impugnare gli atti di nascita di 33 bambini registrati con due mamme: per il Pd mostra la “deriva autoritaria” del Paese, per il centrodestra si tratta di una normale “applicazione delle leggi”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La destra parla di rispetto della legge, il centrosinistra di deriva autoritaria. A Padova si sta consumando l'ennesimo scontro sui diritti civili, che tiene insieme tutta una serie di questioni legate tra loro: le famiglie arcobaleno, la gestazione per altri, le coppie omogenitoriali, i diritti dei bambini. Negli anni, nella città veneta, il sindaco ha deciso di trascrivere gli atti di nascita di bambini e bambine con due mamme. Ha cominciato nel 2017, agendo "secondo coscienza", e non ha mai smesso. Poi, ieri, la notizia arrivata dalla procura: sono stati impugnati gli atti di tutti i 33 bambini registrati all'anagrafe in questo modo. Una vera e propria crociata da parte dei pm di Padova, che hanno spiegato che la "seconda mamma" non esiste nel diritto italiano e neppure la possibilità per la donna di assegnare al figlio biologico il cognome della compagna.

"Sono sereno e convinto delle scelte fatte – ha spiegato il sindaco, Sergio Giordani, intervistato da Repubblica – È un atto di responsabilità, non accetto il pensiero che ci siano bambini di serie A e bambini di serie B, discriminati fin da subito nei loro fondamentali diritti". Poi il sindaco ha chiesto un intervento da parte del governo e del Parlamento, che difficilmente arriverà: "C'è un vuoto legislativo gravissimo rispetto al quale il Parlamento dovrebbe legiferare, ma fino ad ora non lo ha fatto". Giordani ha ricordato che "lo hanno chiesto a gran voce molti colleghi anche di parti politiche diverse", anche perché per i sindaci quello della trascrizione è un problema oggettivo, visto che i bambini – al netto di come la si pensi e delle modalità di concepimento – non possono certo scomparire. "Quello che dico alle forze politiche – ha aggiunto – è di mettere da parte la battaglia ideologica e pensare solo ai bambini".

Per il Partito Democratico, si tratta di un fatto gravissimo: "Un atto di ferocia nei confronti di quelle famiglie e dei loro bambini, a cui viene negato un genitore, resi orfani per legge – ha commentato la senatrice Cecilia D'Elia – La restaurazione della cosiddetta famiglia naturale in nome dell'ideologia mette in discussione legami vivi e reali. È un attacco alla famiglia come luogo degli affetti e delle relazioni fondate sull'amore che non riguarda solo le famiglie arcobaleno, ma un'idea di convivenza e di rapporto tra generi e le generazioni. Una deriva autoritaria che non possiamo consentire".

Niente di tutto questo, per il centrodestra: "La procura di Padova ha semplicemente applicato le leggi – ha sottolineato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani – In Italia il matrimonio è soltanto tra uomo e donna. I sindaci non sono sopra la legge. I diritti dei bambini vengono tutelati tutti". Ancora più duro il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini: "Il bimbo, per quello che mi riguarda, viene adottato e viene al mondo se ci sono una mamma e un papà".

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