Cosa succede a Mediaset dopo la morte di Berlusconi e a chi andrà la guida del Biscione
Un patrimonio miliardario da spartire, e il destino di alcuni dei gruppi editoriali più importanti del Paese da decidere. Dopo la morte di Silvio Berlusconi, tutti gli occhi sono puntati su Fininvest e sulla più grande azienda televisiva privata italiana: Mediaset. L'eredità – quindi il 61% della holding intestata a Berlusconi, e non solo – verrà suddivisa tra i cinque figli, ma il futuro del Biscione è tutto da scrivere. I mercati hanno scommesso immediatamente sulla possibilità di una cessione da parte della famiglia, con i titoli che si sono impennati in tutta la giornata di ieri. Trovare un accordo tra i figli sarà difficile, ma bisognerà guardare anche fuori, a chi ha tentato già in passato la scalata.
Attualmente Fedele Confalonieri è il presidente di Mediaset – Mfe (Media for Europe), con Pier Silvio Berlusconi amministratore delegato e Marina Berlusconi che siede nel Consiglio di amministrazione. Le quote di Fininvest, a seconda di come saranno suddivise tra i cinque figli, potranno spostare gli equilibri della bilancia, anche se Silvio Berlusconi ha sempre sottolineato – in ogni occasione – l'unità e la sintonia della sua famiglia. Gli eredi, però, dovranno decidere se gestire in prima persona l'impero imprenditoriale di Berlusconi – come in parte già facevano, soprattutto per quanto riguarda i primi due figli – o cedere le grandi aziende. Anche perché i tre figli minori – Barbara, Eleonora e Luigi – non sono praticamente coinvolti in questi progetti, o comunque con un ruolo marginale. Starà anche a loro decidere se incassare i dividendi o puntare su una vendita miliardaria.
Nel frattempo alla finestra ci sono alcuni possibili acquirenti, uno dei quali ha già tentato la scalata nel 2016: il gruppo francese Vivendi. Da quell'esperienza, tra l'altro, si porta dietro il 23% delle quote (arrivò a sfiorare il 30%). Ma è proprio Vivendi a bloccare altri eventuali tentativi di scalata: senza accordo, è praticamente impossibile pensare di acquisire il controllo di Mfe. Nelle ultime ore si è parlato anche di Cairo Editore, che oggi possiede già il Corriere della Sera e La7. Qui il problema è il Sic della legge Gasparri, che impedisce alla stessa proprietà di superare il 20% dei ricavi pubblicitari di radio, televisioni, carta stampata e web.