Cosa sta succedendo sulla gestione del Ponte Morandi e sulla revoca delle concessioni ad Autostrade
Il nuovo Ponte Morandi di Genova sarà gestito da Autostrade per l’Italia. Almeno temporaneamente. In attesa della decisione sull’eventuale revoca delle concessioni ad Autostrade, su cui si discute da due anni, ma senza essere mai arrivati a una decisione definitiva. Il nuovo ponte, quindi, “sarà gestito da Autostrade”, come ha confermato questa mattina la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli. Con un iter ritenuto inevitabile per un semplice motivo: “La gestione va al concessionario”. Appunto, Autostrade per l’Italia, concessionario del precedente ponte. In sostanza il governo ha deciso di non intervenire, lasciando tutto così com’era. In attesa dell’ipotesi della revoca, che resta in piedi e che, dopo gli sviluppi delle ultime ore, potrebbe anche subire un’accelerazione.
La situazione del Ponte Morandi e delle concessioni ad Aspi si arricchisce oggi anche di altri capitoli, a partire dalla sentenza della Consulta sui lavori per la realizzazione dell’opera e dalla difesa di Autostrade. A tenere banco c’è poi la polemica politica, seguita da quella dei parenti delle vittime che chiedono al governo di intervenire al più presto con la revoca. A replicare è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che parla di “situazione paradossale che rischia di diventare assurda: fino a quando il concessionario è Autostrade è evidente che il Ponte non può che essere automaticamente nella concessione di Autostrade. Bisogna affrettarsi a chiudere la procedura, la chiuderò entro la fine della settimana”, è la sua promessa.
La Consulta: legittimo estromettere Aspi da ricostruzione
Nelle polemiche politiche di giornate si inserisce in serata la sentenza della Corte Costituzionale, secondo cui non è illegittimo estromettere Aspi dalla ricostruzione del Ponte Morandi. Per la Consulta non sono quindi fondate le questioni sollevate sull’esclusione di Aspi dalla procedura negoziata per affidare alle imprese le opere di demolizione e ricostruzione. La decisione politica che ha escluso Autostrade dalla ricostruzione, quindi, “è stata determinata – secondo la Consulta – dalla eccezionale gravità della situazione che lo ha indotto a non affidare i lavori alla società incaricata della manutenzione del Ponte stesso”.
Ponte Morandi, la difesa di Autostrade per l’Italia
Attraverso una nota è arrivata la difesa della stessa società Autostrade per l’Italia, che assicura di voler “continuare a svolgere pienamente il proprio ruolo di concessionaria, lavorando nell’interesse pubblico e tutelando in ogni sede i propri diritti”. La società fa sapere di non aver mai ricevuto “alcun riscontro formale alle proposte inviate all’esecutivo per la definizione del contenzioso sul Ponte Morandi, né mai alcuna proposta formale è stata formulata dall’esecutivo stesso”. Aspi ricorda che da gennaio sta lavorando con le istituzioni “per facilitare l’entrata in esercizio del nuovo viadotto di cui è urgente prendere in carico al più presto complessi aspetti infrastrutturali e viabilistici”. La difesa di Aspi si concentra sul fatto che dopo la tragedia del Ponte Morandi è stato “completato un radicale cambiamento di management e di tutti i processo aziendali”, e sono anche stati “realizzati in due anni investimenti per oltre 1 miliardo, aumentate le spese di manutenzione di oltre il 50%”.
Lo scontro politico sul Ponte Morandi
La polemica politica sulla revoca delle concessioni ad Autostrade si è quindi riaccesa in queste ore. Non solo con la soddisfazione espressa dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per la sentenza della Consulta. Ma anche con la ferma determinazione, soprattutto del Movimento 5 Stelle, di procedere con la revoca. Non ha dubbi il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, secondo cui il governo deve mantenere la promessa fatta dopo la tragedia dell'agosto 2018: revocare la concessione ai Benetton. Per Vito Crimi, reggente pentastellato, la questione della revoca è “dirimente” per il Movimento: “Il Ponte di Genova non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton”. Sul punto interviene anche il Pd, che con Chiara Braga chiede al governo di decidere al più presto sulle concessioni autostradali: una scelta da fare “nel più breve tempo possibile, considerando che siamo alla vigilia del completamento della nuova struttura”. La decisione potrebbe arrivare giorni, stando a quanto affermato da Conte. E solo allora si capirà se Autostrade gestirà o meno il nuovo ponte di Genova.