Cosa sta succedendo nel Movimento 5 Stelle e perché si parla di una nuova scissione
I parlamentari del Movimento 5 Stelle non sono d'accordo, di nuovo. Se l'assemblea fiume del partito grillino va avanti da sabato sera c'è un motivo fondamentale: si respira sempre più insistentemente l'aria di una nuova scissione. La linea decisa da Giuseppe Conte e Consiglio nazionale – e illustrata ai gruppi nel discorso di sabato sera – è stata chiara: o Draghi dimostra di aver aperto alle richieste del Movimento o si va verso un appoggio esterno. Anche se cosa debba fare praticamente il presidente del Consiglio – in verità – non è poi così chiaro. Ma se da sabato l'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari va avanti ininterrottamente con qualche pausa per mangiare e dormire, il problema evidentemente c'è.
Ieri sono circolate le parole del capogruppo alla Camera, Davide Crippa, che ha tenuto un lungo e appassionato intervento davanti ai suoi colleghi: "Io non ci sto – è il senso delle sue parole – Non si capisce perché non dovremmo votare la fiducia". Per il presidente dei deputati grillini è completamente sbagliata la scelta di uscire dal governo. Usa anche frasi forti, come quando dice che stare all'opposizione serve "solo a fare propaganda" e invece è il momento di aiutare il Paese colpito da inflazione, crisi energetica ed economica. Insomma, lasciare l'esecutivo ora non è la scelta giusta per Crippa e non solo per lui.
Si continua a parlare di una pattuglia di deputati pronta a sganciarsi dal Movimento 5 Stelle nel caso in cui Conte decida per la linea dura – com'è probabile e come credono anche altri al di fuori del partito – a prescindere da ciò che dirà Draghi domani. C'è anche da capire come potrebbero reagire eventualmente i partiti di centrodestra, che hanno sostanzialmente messo il veto sul Movimento per il proseguo dell'attività di governo. In ogni caso Crippa sembra pronto a guidare una nuova scissione. Sarebbero una trentina i deputati che lo seguirebbero nel Gruppo Misto – e non nel neonato Insieme per il futuro di Luigi Di Maio, il che la dice lunga sulle fratture interne al Movimento – mentre al Senato Conte può contare sui suoi fedelissimi e sull'ala più radicale. Perciò il tentativo di cominciare dalla Camera domani, fallito. Draghi andrà prima al Senato. Cosa voterà il Movimento 5 Stelle è ancora un mistero, ma una nuova ennesima scissione è sempre più probabile.