Cosa sta succedendo nel centrodestra in Sicilia e perché le ripercussioni saranno nazionali
Nel centrodestra tira (di nuovo) una brutta aria. Dopo la corsa al Quirinale, finita con la rielezione del Presidente Mattarella e la coalizione spaccata, i rapporti si sono fatti sempre più tesi. Dalle "non nozze" di Silvio Berlusconi – dove c'era solo Matteo Salvini – al simbolo "Prima l'Italia" che fa pensare a una fusione tra Lega e Forza Italia. Dalla federazione al partito unico, nell'ultimo anno si è parlato sempre più insistentemente di un progetto nuovo per la coalizione che si è presentata unita alle ultime elezioni politiche. Ora, però, quanto sta succedendo in Sicilia può portare a una nuova resa dei conti, con Salvini e Meloni sempre più distanti e sempre più avversari.
È in primis un problema di posizionamento politico, con due partiti – Lega e Fratelli d'Italia – che pescano nello stesso elettorato, come dimostrano i sondaggi in cui da anni crescono e calano in modo inversamente proporzionale. La scelta del Carroccio di appoggiare il governo ha agevolato – in un certo senso – la posizione di Meloni, trovatasi praticamente sola all'opposizione. Sulla carta, però, il centrodestra è ancora una coalizione, anche se i sorrisi catturati nelle foto di Villa Grande sembrano lontani anni luce.
Così la Sicilia diventa un caso perché non c'è accordo sul candidato sindaco. La prossima tornata di amministrative si avvicina e – come accaduto per quella dello scorso ottobre, quando la scelta dei candidati non arrivava mai – il centrodestra sembra in ritardo. "Ribadisco il mio appello all'unità del centrodestra anche alle elezioni amministrative – ha detto oggi Salvini – A Palermo non possono esserci due, tre, quattro candidati di centrodestra". E ha rilanciato: "Conto che entro settimana prossima tutto il centrodestra si ritrovi. Siccome la legge elettorale non cambierà ci sarà la coalizione centrodestra, dovremo avere un programma, una squadra di governo comuni e per cinque anni governeremo insieme".
Inviti all'unità a parte, però, in Sicilia si litiga principalmente sulla ricandidatura del presidente attuale della Regione, Nello Musumeci, voluta da Fratelli d'Italia e bocciata da Lega e Forza Italia. Perciò Meloni e i suoi continuano a lanciare ultimatum e sono pronti ad appoggiare Roberto Lagalla a Palermo, spaccando la coalizione. "Ho affidato a Meloni la soluzione del problema siciliano, qualunque essa sia – ha detto lo stesso Musumeci a margine della Conferenza programmatica di Fratelli d'Italia – Sono convinto che alla fine prevarrà il buon senso da parte di tutti i leader del centrodestra. Al livello locale siamo uniti". La sensazione, però, è che a livello nazionale la situazione sia ben diversa.