Cosa sta succedendo con le concessioni balneari: rinviate le gare nel Milleproroghe
Ancora una volta le concessioni balneari finiscono al centro delle polemiche politiche. Ieri il Senato ha dato via libera al decreto Milleproroghe, rinviando di un intero anno le scadenze per le concessioni balneari. Che quindi resteranno blindate per un altro anno: la messa a gara prevista per gennaio 2024 avverrà solamente l'anno successivo.
L'ex ministro del Movimento Cinque Stelle, Stefano Patuanelli, aveva presentato un emendamento per sopprimere la norma sulle concessioni, ma questo è stato bocciato scatenando lo scontro tra maggioranza e opposizioni. Non solo: le tensioni non mancherebbero nemmeno tra la stessa maggioranza e il governo, che ora si trova a dover rendere conto a Bruxelles per agli impegni presi con il Pnrr. L'Unione europea, infatti, più volte negli anni ha ripreso il nostro Paese, bacchettandolo per le norme sulla concorrenza. E ora con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, Roma ha intrapreso un percorso che l'esecutivo di Giorgia Meloni deve rispettare.
Anche il Quirinale avrebbe espresso i suoi dubbi al governo sul rinvio delle gare. Nella giornata in Aula a Palazzo Madama non sono mancati i colpi di scena, soprattutto quando il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha chiesto più tempo per verificare alcuni emendamenti. "Sulla norma sui balneari non c'è un problema di copertura", si è affrettato a chiarire il senatore della Lega Massimo Garavaglia, ex ministro del Turismo, rispondendo alle accuse che piovevano in Aula, con le opposizioni che accusavano il governo "di essere allo sbando".
"Sui balneari il governo ci ha chiesto approfondimenti. La maggioranza ha deciso di andare avanti", ha precisato poi un altro leghista, Massimiliano Romeo. E infine la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha concluso mettendo in chiaro che il governo ha tutte le intenzioni di intervenire: "Il governo attraverso gli strumenti legislativi e amministrativi che saranno individuati procederà a una revisione della disciplina anche sotto il profilo della ripartizione delle competenze".