Cosa sta succedendo ai valichi alpini e perché è un problema per l’Italia
L'accordo alla fine è arrivato, ma è solo temporaneo. L'Italia ha un problema enorme da risolvere con i valichi alpini, da cui passano gran parte delle merci che vengono esportate. Da giorni il traforo del Frejus è chiuso per via di una frana che ha colpito la zona e non riaprirà a breve, mentre lunedì prossimo – secondo la tabella di marcia prevista fino a oggi – sarebbe scattata la chiusura del traforo del Monte Bianco per dei lunghi lavori di manutenzione che sarebbero finiti a metà dicembre. Dopo giorni difficili, con lunghe code di mezzi pesanti ai valichi alpini, il ministero dei Trasporti italiano ha annunciato l'accordo raggiunto con gli omologhi francesi: i lavori sono rinviati, ma non si sa ancora tecnicamente a quando.
"I ministri hanno condiviso l’opportunità di evitare, almeno in questa fase, la chiusura del traforo del Monte Bianco i cui lavori sono programmati dal 4 settembre al 18 dicembre – ha spiegato il Mit in una nota – Salvini ha ribadito al collega l’importanza della linea Torino-Lione". Mentre fonti dello stesso ministero hanno aggiunto che l'intesa, al momento, prevede che il traforo non chiuda lunedì. Proprio il 4 settembre si terrà una conferenza intergovernativa che avrà il compito di ricalendarizzare i lavori, presumibilmente – dicono dal Mit – al prossimo anno. Era stato scelto il periodo settembre-dicembre in quanto meno trafficato, quindi si punta a rimandare i lavori a settembre 2024.
Nel frattempo la situazione resta difficile, anche perché il traforo del Frejus resta chiuso, spostando molto del traffico diretto verso la Francia a quello del Monte Bianco. "Nei prossimi giorni è molto probabile che l'A43 non potrà riaprire in modo normale", ha detto il ministro francese dei Trasporti francese, Clément Beaune. Si va verso una riapertura parziale, perciò, con parte della carreggiata occupata dai container. "Prima di parecchie settimane, prima di due mesi almeno, non sarà certo possibile ristabilire la circolazione ferroviaria – ha aggiunto – Bisogna dirlo da oggi".