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Cosa sta accadendo sulle vicepresidenze di Camera e Senato

Da giorni Calenda e Renzi accusano il Pd e i 5 Stelle di essersi accordati con la maggioranza per i quattro vicepresidenti di Camera e Senato che spettano alle opposizioni. In questo modo taglierebbero fuori Azione e Italia Viva.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Nel giorno in cui il centrodestra si compatta con il chiarimento tra Meloni e Berlusconi e la lista dei ministri del nuovo governo che circola all'impazzata, l'opposizione continua a litigare furiosamente. Il caso è stato sollevato dal Terzo polo: da giorni Azione e Italia Viva protestano contro un presunto accordo tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, con oggetto le vicepresidenze di Camera dei deputati e Senato. E Carlo Calenda e Matteo Renzi – oltre che attaccare gli avversari politici, ma compagni di opposizione – minacciano di andare a chiedere al Presidente Mattarella di intervenire. Ma cosa sta succedendo? Facciamo un passo indietro.

Per prassi le vicepresidenze delle Camere – che sono quattro a Montecitorio e quattro a Palazzo Madama – vanno in egual misura a maggioranza e opposizione. Perciò, in pratica, i vice di Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa dovrebbero essere due provenienti dall'opposizione e due dalla maggioranza. In ogni caso i vicepresidenti vanno votati. Si tratta, infatti, di un accordo che viene fatto di legislatura in legislatura tra maggioranza e opposizione. Il problema, in questo caso, è che di maggioranza ce n'è una, di opposizioni – invece – almeno tre.

Da giorni, dicevamo, Calenda e Renzi dicono che il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle sono d'accordo – tra di loro e con la maggioranza, che in ogni caso vota i vicepresidenti – per far eleggere due loro rappresentanti sia alla Camera che al Senato. E considerando che gli altri due spetterebbero proprio alla maggioranza, il Terzo polo sarebbe tagliato fuori da questa partita.

"Quelli che si stanno accordando con la maggioranza sono gli stessi che accusano noi di volere le poltrone – scrive oggi Renzi nella sua enews – Io dico solo che gli accordi istituzionali devono garantire tutte le minoranze. Se Pd e Cinque Stelle ci tenessero fuori sarebbe un atto di gravità inaudita, atto che dovremmo immediatamente porre alla attenzione del Presidente della Repubblica".

Sulla stessa linea il leader del Terzo polo: "Se Pd e Movimento 5 Stelle, come sembra, faranno l’accordo per spartirsi tutte le vicepresidenze di Camera e Senato destinate all’opposizione, noi non parteciperemo al voto – twitta Calenda, accusando anche i dem di un riavvicinamento con i grillini – Se questo accordo si materializzerà, la scelta del Pd in termini di alleanze sarà evidente".

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