video suggerito
video suggerito
Ius soli, news sulla riforma della cittadinanza

Cosa sono Ius Scholae, Ius Soli, Ius Sanguinis e Ius Culturae: le differenze per la cittadinanza italiana

In Italia si torna a parlare di riforma della cittadinanza. Dallo Ius Sanguinis alle proposte delle opposizioni su Ius Soli, Ius Scholae e Ius Culturae, vediamo quali sono le differenze e come viene concessa la cittadinanza italiana oggi.
A cura di Giulia Casula
63 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

In Italia si torna a parlare di cittadinanza. La partecipazione, alle Olimpiadi di Parigi, di molti atleti di seconda generazione tra gli azzurri, ha riaperto la riflessione sulla necessità di riformare la legge in materia.

Dalle opposizioni sono state depositate diverse proposte di legge per rivedere la normativa, ancora ferma alla legge entrata in vigore nel 1992 e basata sul cosiddetto Ius Sanguinis, quel principio che lega l'acquisizione della cittadinanza a quella dei propri genitori.

Le proposte dei partiti del centrosinistra vanno in direzioni diverse: dallo Ius Soli, che punta a riconoscere cittadino italiano chiunque sia nato nel territorio nazionale, allo Ius Culturae, che prevede l'ottenimento della cittadinanza per gli stranieri nati in Italia o che vi siano arrivati entro il 12° anno di età che abbiano frequentato un ciclo di studi di almeno 5 anni o percorsi professionali.

Simile allo Ius Culturae è lo Ius Scholae, che ha incontrato anche l'ok di Forza Italia, determinando una spaccatura all'interno della maggioranza. Sulla base di tale principio, la cittadinanza verrebbe conferita al minore nato in Italia o entratovi fino ai dodici anni che abbia completato un ciclo di studi quinquennale.

Come viene concessa la cittadinanza italiana oggi: lo Ius Sanguinis

La disciplina sul conferimento della cittadinanza italiana risale a oltre trent'anni fa ed è basata sullo Ius Sanguinis. La legge n°91 del 1992, in sostanza, prevede che sia cittadino di diritto chi ha almeno un genitore italiano.

L'acquisizione della cittadinanza dunque, è connessa alla discendenza, mentre chi è nato in Italia da madre e padre stranieri non diventa automaticamente cittadino. Quest'ultimo potrà richiederne l'ottenimento una volta compiuti diciotto anni, purché abbia riseduto in Italia senza interruzioni fino a quel momento. Per essere valida l'istanza dovrà essere comunque presentata entro un anno dal raggiungimento della maggiore età.

Cosa significa Ius Soli

Diversamente, il principio dello Ius Soli lega il diritto di cittadinanza al semplice fatto di essere nati sul territorio dello Stato, indipendentemente dai propri genitori. In altre parole, è cittadino italiano chiunque sia nato in Italia, anche se da madre e padre stranieri.

Attualmente questa possibilità è concessa per pochissime eccezioni: a chi è nato da genitori ignoti, apolidi o che, sulla base della legislazione del proprio Paese di appartenenza, non possano trasmettere la cittadinanza ai propri figli.

La legge invece presentata nel 2015 dal Partito democratico, arenatasi al Senato nel 2017, si basava sul cosiddetto Ius soli temperato, secondo cui un bambino nato sul territorio nazionale può acquistare di diritto la cittadinanza italiana se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da un minimo 5 anni.

Se il genitore in questione proviene da un Paese non comunitario, le condizioni connesse all'ottenimento della cittadinanza aumentano: avere un reddito uguale o superiore all'importo annuo dell'assegno sociale; possedere un alloggio conforme ai requisiti di legge; conseguire con esito positivo un esame di conoscenza della lingua italiana.

Cos'è lo Ius Scholae

Sullo Ius scholae invece, si concentra il disegno di legge della dem Simona Malpezzi che dispone il riconoscimento della cittadinanza al minore nato in Italia o arrivato sul territorio nazionale entro il 12esimo anno di età alle seguenti condizioni:

  • che risieda regolarmente nel Paese;
  • che abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni  un ciclo scolastico o un percorso di istruzione e formazione professionale.

Attorno a questo principio sembrerebbero convergere i partiti di centrosinistra e persino Forza Italia, che si è detta favorevole a una riforma della legge sulla cittadinanza secondo questi termini.

Come funziona lo Ius Culturae

Simile allo Ius Scholae è lo Ius Culturae, su cui si basava il ddl naufragato a Palazzo Madama sette anni fa. Secondo questo principio ottiene lo status di cittadino italiano il minore nato in Italia o entratovi prima dei dodici anni, al termine di un percorso formativo di almeno cinque anni, frequentati regolarmente sul territorio nazionale. Anche in questo caso, il diritto di cittadinanza è subordinato alla residenza legale in Italia e alla regolarità del soggiorno.

Le differenze tra Ius Soli, Ius Scholae, Ius Sanguinis e Ius Culturae

Negli scorsi anni, il partiti di sinistra, in particolare il Pd si sono battuti per una riforma della cittadinanza che permettesse ai minori nati in territorio italiano di ottenere lo status di cittadino italiano fin dalla nascita. Contro lo Ius Soli si è schierata più volte la destra, sopratutto Fratelli d'Italia e Lega, non intenzionati a cambiare le regole di acquisizione della cittadinanza, ovvero lo Ius sanguinis, basato sui principi su filiazione e discendenza.

Più moderata invece la linea di Forza Italia aperta alla possibilità di riconoscere la cittadinanza ai bambini, figli di genitori stranieri, che risiedano legalmente sul territorio e abbiano portato a termine un percorso di studi della durata di cinque anni (Ius Scholae/ Ius Culturae). Gli azzurri dunque, si dicono pronti a sostenere la riforma in Parlamento, pur ribadendo la contrarietà allo Ius Soli.

63 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views